Home Lei e luiCoppia e Famiglia Asia Argento, Morgan e i “panni sporchi” che si lavano in tv

Asia Argento, Morgan e i “panni sporchi” che si lavano in tv

di Gian Ettore Gassani

Di fronte a una separazione, in due casi su tre scoppia la guerra senza esclusione di colpi.  Ma se sei un vip non basterà farsi la guerra, l’importante sarà farla attraverso tv, giornali e social. Accade così che, da un lato abbiamo Morgan che, accusato di non pagare gli alimenti alla figlia Anna Lou, confida attraverso fb – quindi giusto agli amici più stretti – il suo sconcerto per il pignoramento della casa di Monza. Dall’altra, Asia Argento che risponde pubblicamente attraverso una lettera indirizzata al quotidiano La Stampa accusando Morgan di mentire e smontando, punto per punto, la sua “difesa”, punta il dito contro il cantante cui è stata a lungo legata, accusandolo di mentire.

Il problema è che continuare a farsi questa guerra attraverso siffatti strumenti, non fa bene a nessuno. Non fa bene ai due ex coniugi, soprattutto non fa bene alla figlia. Sia chiaro, non mi schiero da una parte né dall’altra anche perché non avrebbe alcun senso.  Una volta c’erano i tribunali- e ci sono ancora – dove venivano stesi i panni sporchi a suon di carte bollate, testimoni, detective, screenshot di whatsapp, fotografie, etc.  Oggi ci sono le tv, i giornali e fb. Con buona pace degli avvocati che, oltre a gestire la “normale” prassi della separazione o del divorzio, si trovano a fare i conti con la sete di popolarità che hanno i loro clienti. Badate bene, per alcuni colleghi è manna dal cielo: quando storie di questo genere diventano pubbliche e la comunicazione tra i due passa attraverso i media o i social, questo significa per taluni una visibilità pazzesca. Ma per chi pensa ad applicare il diritto e salvare il salvabile tutelando la parte più debole- che di solito sono i figli – una dinamica del genere non è facile da gestire. La domanda che sorge spontanea è: ma davvero in tutta questa corsa a comunicare al resto del mondo colpe e mancanze reciproche, ci sia l’interesse primario alla tutela dell’interesse del proprio figlio o figlia? Qual è il vantaggio per quest’ultimo nel veder messo nero su bianco su un monitor di un pc, di uno smartphone la guerra dei Roses che si fanno i suoi genitori? Cosa ne ricava? Un’accelerazione dei pronunciamenti del Tribunale o una più rapida presa di coscienza del genitore deficitario? Sappiamo tutti che non è così. Ora, è vero che in Italia se due ex coniugi vogliono farsi la guerra, c’è un arsenale di leggi e cavilli che li aspetta a braccia aperte, con una varietà infinita di possibilità di accentuare il conflitto.  Il processo italiano, quando la separazione è giudiziale, sembra quasi concepito per distruggere il nemico e non per salvare dal pantano due persone che, seppur in epoche lontane, si sono comunque amate. Però da qui ad alimentare il tutto tramite media e social il passo è breve e pericolosissimo. Non fa onore a nessuno e crea un disagio forte innanzitutto ai figli.

 

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