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Capodanno: posto che vai, rito che trovi

di Sonia D'Agostino

Amici, ci siamo. Il fatidico giorno è arrivato e ognuno si organizza come può con un occhio all’armadio (noi donne) e uno a cibi e bevande (gli uomini, ma non solo). Ma su una cosa siamo tutti d’accordo: ci sono riti che vanno rispettati.

Che ci si creda o no, lo facciamo tutti. Nessuno escluso.

Perché poi, scocca la mezzanotte e che fai? Che non lo mangi un chicco d’uva o un cucchiaio di lenticchie? Alla fine un briciolo superstiziosi lo siamo tutti. Ma non pensiamo che sia una cosa unicamente italiana. Posto che vai, usanza che trovi.

C’è chi butta acini d’uva alla finestra, chi si veste di giallo e chi mette una monetina sotto a un piatto di zuppa di cipolle. Chi getta alle spalle un bicchiere di vino e chi si abbuffa di nocciole. Eh si, non solo cornetti e lingerie rossa: ogni posto ha il suo rito propiziatorio tradizionale.
In Italia, lo sappiamo, di riti propiziatori ce ne sono diversi, ognuno legato prevalentemente alle terre d’origine: pensiamo al classico corno (che in realtà è un evergreen, a prescindere dalle ricorrenze, soprattutto a Napoli e dintorni). Ma anche la tradizione di indossare un capo abbigliamento nuovo oppure la biancheria rossa. Uva, lenticchie e cotechino assicurano guadagni ed entrate, mentre i fuochi d’artificio – usati in maniera intelligente – purificano – o almeno dovrebbero- da spiriti maligni e da ogni contrarietà. C’è poi chi butta dalla finestra oggetti vecchi e rotti (ricordate la scena di Fantozzi che butta dalla finestra la lavatrice che però, disgraziatamente, finisce sulla sua auto parcheggiata? Ecco, non prendete esempio) e chi si bacia sotto il vischio. Chi sparge sale agli angoli della casa e chi accende gli incensi per purificare l’ambiente e – si dice – scacciare le negatività. Vi confesso una cosa: una volta l’ho fatto anch’io e non lo farò più: sarà stata una coincidenza, ma iniziavano a scomparire le cose e accadevano cose strane. Forse ero io particolarmente distratta, chissà. Ma, così, per sicurezza, preferisco ricorrere al capo d’abbigliamento nuovo.

E nel resto del mondo? Quali sono i trucchi propiziatori?

In Gran Bretagna si mette un penny dentro il pudding: chi, mangiandolo, lo trova dovrebbe avere la buona sorte assicurata, almeno per l’anno nuovo.
In Spagna i protagonisti gastronomici del Capodanno sono i buñuelos, deliziosi dolci di sfoglia ricoperti di zucchero che dovrebbero portare fortuna e cose belle. Allo scoccare della mezzanotte si buttano dalla finestra dodici acini di uva, per assicurarsi abbondanza per ogni mese del nuovo anno.
I Giapponesi adornano le porte esterne delle abitazioni con decorazioni di pino e bambù: in questo modo si dà il benvenuto agli spiriti degli antenati, propiziandosi un buon anno venturo. Allo scoccare della mezzanotte, le campane dei templi buddisti rintoccano 108 volte. Ma non finisce qui. Quale miglior modo per liberarsi di ciò che è stato e fare spazio al nuovo che dedicarsi alle pulizie? Ebbene, in Giappone, le pulizie di casa durano per ben 3 giorni.
In Germania la tradizione prevede di non consumare l’intero pasto tipico (a base di verdure, patate e aringhe) ma di attendere la mezzanotte per ingraziarsi la buona sorte. Così come lo scambio di doni di cioccolato o a forma di maiale, simbolo di abbondanza e prosperità. Un’altra usanza è quella di mascherarsi, mangiare nocciole in abbondanza (un po’ come la nostra uva) e bere il Feuerzangenbowie, la <> a base di vino, cannella e rum.
Se l’anno nuovo, almeno nel nostro Paese, ha come colore dominante il rosso, in Brasile a fare da padrone soprattutto tra i giovanissimi, è il giallo, simbolo dell’oro e della ricchezza.Ovviamente, non può mancare il tradizionale bagno di mezzanotte, mentre i capofamiglia sono soliti buttare alle loro spalle un bicchiere di vino: gesto che allontanerebbe la mala suerte.
In Belgio, guest star della tavola è il piatto di zuppa di cipolle con sotto una monetina, che chiude il cenone e prepara il corpo – ebbene sì- ad accogliere il nuovo anno, con buona pace per i commensali.
In Cina, dove i festeggiamenti durano quindici giorni e si concludono con la famosa tradizione delle lanterne, ci si veste di rosso. Questo colore, almeno secondo la tradizione, spaventerebbe Nian, il mostro mitologico che nella leggenda usciva dalla sua tana ogni 12 mesi per divorare gli esseri umani, e rappresentato dalla maschera di leone che sfila per le città.
In Grecia la tradizione prevede che, chi entra in casa subito dopo la mezzanotte, faccia una sorta di danza del buon auspicio che prevede due passi avanti, due indietro e getti a terra un melograno: il numero dei chicchi che si versano sul pavimento, sarà indicativo della fortuna in arrivo per la famiglia padrona di casa. Piatto tipico, la vassillopitta: una ciambella con al suo interno una moneta di buona fortuna: chi la trova nella propria fetta avrà la fortuna assicurata.
In Russia, che ha un capodanno per il calendario gregoriano e un altro per quello giuliano, allo scoccare della mezzanotte si apre la porta per dare il benvenuto al nuovo anno e si mangia un dolce tipico fatto di prugne secche farcite di nocciole e ricoperto di panna acida (accompagnato dalla classica vodka).

Insomma, ad ognuno il suo. Ciascuno festeggia e propizia la buona ventura come può, anche ricorrendo al detto “Ciò che si fa a Capodanno, si fa tutto l’anno”. Ma prima di farlo, pensateci bene. Come recita un altro detto “Attenzione a ciò che si desidera: potrebbe avverarsi”, e sareste costrette a tenerlo tutto l’anno. Auguri!
Sonia D’Agostino

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