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Donne, il Principe Azzurro è una farsa: ecco perché

di Pier Paolo Mocci

Voi donne ci sopravvalutate, pensando a noi uomini come un potenziale Principe azzurro. Fino ai 50-55 anni circa. Dopo siete costrette ad arrendervi alla triste realtà di aver accanto – o intorno, dipende da quanto è grande la casa- un uomo delle caverne solo in parte evoluto.

La piena coscienza nelle donne non può e forse non deve arrivare prima, sarebbe un fallimento totale. Sarebbe arrendersi di fronte all’Infinito. Al Caso e al Caos. Le donne sognano, le donne amano, le donne sperano fino all’ultimo di ritrovarsi vicino al loro ideale, con queste dosi qui: 25% loro padre, 15% George Clooney, 25% Chef Rubio e il restante il principe azzurro delle favole.

Chef Rubio principe azzurro

Chef Rubio

Tuttavia, le donne ad un certo punto si rendono inesorabilmente conto di aver a che fare con un essere inferiore. Non inferiore a loro, ma inferiore all’ideale che si sono costruite nella loro testa. Che non le capisce.  Il calcio in tv almeno due volte a settimana più gli approfondimenti, le magliette sporche lasciate qua e là, i colli delle camicie sempre sporchi se non se ne accorgesse lei. Il calcetto, la sdraio immobilizzati sotto il sole e il ripudio dei racchettoni alle 14.50 di un Agosto da subire inermi. L’ozio, la pigrizia, la serie-tv vista di nascosto senza averla aspettata. E, forse per qualcuno, l’onta del paventato tradimento. Anche solo whatsappato o mentale, ma ne parleremo in un’altra occasione. Dai, possibile che non vi siete mai soffermate a riflettere sul fatto che il migliore amico dell’Uomo sia un cane? Noi idolatriamo 11 persone che si azzannerebbero per un pallone, in calzoncini e magliettina anche a gennaio con la neve e, soprattutto, vestiti tutti uguali spesso con abbinamenti a cazzo (pensate alla terza maglia della Juve di quest’anno, sembra una divisa da operaio della Chrysler o, nel migliore dei casi, altre dai colori a dir poco sgargianti e dagli accostamenti improbabili).

La donna dovrebbe rapportarsi all’uomo per quello che è: non un principe azzurro ma un normalissimo essere senziente, capace il più delle volte di fare bene il minimo indispensabile. Qualcosa più vicino alla scimmia di quanto possiate immaginare. Abbiate meno aspettative. Apprezzereste il senso di responsabilità che abbiamo nel dover portare del cibo a casa (Lavoro) e la protezione per il branco (Famiglia). Cazzeggio e ilarità sono geneticamente innate in noi, è come se chiedessero a voi di non prendere il caffè con le altre mamme fuori scuola.

A proposito di mamme, papà e scuola. E quindi figli. La tesi è questa: la mamma è il vero mito, altro che padre. Come può essere una stronza? Se invece il padre, che già di per sé è barboso, cupo, orso, pigro, ingrugnito perché le cose a lavoro non vanno bene, autoritario per sentirsi figo. Ecco, lo fai essere pure stronzo? Poi, da adolescente, tuo figlio ha i problemi, ti mena e scappa di casa, o ti caccia. Lasciamo che la più severa tra papà e mamma sia lei, per voi dopo mezz’ora passa tutto, per noi diventerebbe davvero complicato.

Intanto, donne, sappiate che siete meravigliose, e siccome un passo in alto verso di voi noi non riusciamo a farlo (ci hanno provato per secoli, ne rimane solo polvere), scendete voi un paio di gradini e cercate di prendervi quelle tre quattro cose che di buono, di semplice e di vero abbiamo. Per noi, e quindi per voi. Altro che Principe Azzurro. Noi, senza di voi, torneremmo nelle caverne e saremmo solo concime. Voi, senza di noi, sareste bancomat vuoti in giro per negozi chiusi.

 

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