Nascere quinta di cinque figli non è stato poi così malaccio. Impari fin da piccola a crearti i tuoi spazi all’interno del nucleo familiare e a cavartela da sola. Poi se sei sempre circondata da sorelle, fratelli e rispettivi amici, è ovvio che, istintivamente e con una certa facilità, tendi a socializzare con tutti. Sono amante della musica e mi sarebbe piaciuto suonare il piano, “ma siamo già in tanti in casa, ci manca pure il pianoforte”. Parole di mia madre, giuste, però devo dire che sono rimasta un po’ fregata da questo, perché alla fine ho ripiegato sulla chitarra, bellissimo strumento, ma che richiede di essere accompagnato da una bella voce. Quante strimpellate, quante canzoni cantate in coro con gli amici: Battisti, Baglioni, Dalla. Che bei tempi! Non so se anche a voi è capitato di guardare emotivamente indietro, al passato. Io mi sono chiesta cosa ci fosse ancora dentro di me di quella ragazza che una vita fa, piena di speranze, si laureava e si specializzava in giornalismo medico scientifico e che di lì a poco sarebbe diventata dirigente nel settore della sanità privata. Mi sono trasferita da Napoli a Roma per amore e per costruire il mio futuro. E devo dire che la grande fatica fatta in questi anni non ha intaccato il mio entusiasmo e la voglia di rincorrere i miei sogni. Quella ragazza è ancora dentro di me e ha insegnato alla donna di oggi che coltivare gli affetti, avere valori forti, lavorare con umiltà e determinazione, con entusiasmo e passione nelle cose che fai, ripaga di tutti i sacrifici, della fatica, di tutte le rinunce. Io penso positivo e, proprio perché la vita non mi ha risparmiato, fin da ragazza, grandi dolori e sofferenze, sono dell’idea che la vita sia troppo bella per rovinarsela o farsela rovinare per cose da niente. Mi piace l’allegria contagiosa, ridere e scherzare, non amo recitare ruoli e non amo la gente che si prende troppo sul serio. Desidero godere delle piccole grandi cose, il sorriso dei miei figli, un caffè, un film al calduccio davanti al televisore, una passeggiata, pizza e birra a gogò. Anche io ho cercato di ascoltare i miei dubbi e le mie fragilità e di volta in volta ho smontato e ricostruito, facendo un incessante lavoro interiore che mi ha portato a crescere e a cambiare. Penso che la costante ricerca del cambiamento, il mettere e mettersi in discussione non dando mai niente per scontato, sia una delle caratteristiche di noi donne meno apprezzate dal mondo maschile. Ecco perché “io le donne non le capisco”, ed ecco perché il nostro magazine sarà lo strumento per conoscerci e farci conoscere un po’ di più. Dopotutto donna è bello, non è così?
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1 Commento
Dottoressa buonasera, condivido con lei tutto quelloche ha scritto, io mi ricordo di lei da quando lavorava al Rome American Hospital. Adesso so che lei è il direttore della Paideia e della Mater dei .io lavoro tuttora al Rome American Hospital, non so come fare, vorrei tanto parlare con lei Dottoressa.