Tempo addietro, quando gli attori di rango erano amici tra di loro, o quasi, mi ritrovai a casa di un amico comune insieme a Benigni, Troisi, Verdone, De Crescenzo, Boncompagni, Renzo Arbore e altri.
Tra piacevoli chiacchiere era ormai passata l’una di notte e qualcuno disse: “Sapete che Baudo cerca un bravo imitatore per la sua nuova trasmissione?”. Non ricordo a chi venne l’idea, ma ricordo che una voce si levò sulle altre: “Ragazzi, ho un’idea, chiamiamolo e poi fingendo di essere un buon imitatore, a turno parliamo con le nostre voci”. Detto fatto; fecero il numero e il padrone di casa si prestò a iniziare lo scherzo: “Pronto, parlo con Pippo Baudo?”.
Dall’altra parte del filo, con voce cavernosa e arrabbiata: “Sììì, chi rompe a quest’ora?!” – stava evidentemente dormendo o quasi. E il nostro amico temendo che Baudo gli sbattesse il telefono in faccia aggiunse velocemente: “Mi scusi ma sono un ottimo imitatore e volevo farle sentire…” e passando al volo la cornetta a Benigni, lasciò che l’attore si esprimesse al suo meglio: “Come sta, che le pare posso andare come imitatore?”. Baudo, allertato dalla voce identica a quella di Benigni, con tono meno burbero di prima, rispose: “Niente male, ma sai fare solo Benigni?”, “No” dando il telefono a Troisi, e lasciando che Massimo con il suo speciale dialetto campano lo sbalordisse. Baudo a quel punto, seduto sul letto, così lo immaginammo, disse con voce pacata: “Sì, sei bravino, ma io ho bisogno di qualcuno in grado di fare decine di voci” e Troisi lasciando che Verdone facesse la sua parte gli passò il telefono.
Carlo sciorinò il suo tenero personaggio di ragazzo imbranato, roteando gli occhi in su. Baudo allora quasi persuaso del tutto: “Forse vale la pena che io ti faccia un provino…”, Arbore con un balzo prese il telefono e con la sua elegante ’r’: “Grazie, a che ora debbo venire?” , “Vieni alle otto domattina in Via Teulada, nel mio studio, ti faccio lasciare il Pass…”. A quel punto scoppiammo in una fragorosa risata, e Benigni: “Grullo, te l’abbiamo fatta! Siamo tutti qui in casa…”.
Il finale sarebbe di una sequela di parolacce da parte di Baudo che mi astengo dal riportare.
Di Nori Corbucci