Fatto di muscolo e sangue, come quello degli uomini inizia a battere nel feto di 4 settimane e continua imperterrito e silenzioso fino all’ultimo giorno di vita. Autonomo nel suo battito, è il signore della vita. E’ il cuore.
Anatomicamente identico a quello degli uomini, il cuore delle donne è forse un po’ più piccolo in dimensioni ed a lungo protetto dagli ormoni fino a tutta l’età fertile. Dopo aver garantito un battito in salute per poter procreare, il cuore delle donne assomiglia spudoratamente a quello degli uomini.
Il guaio è che le donne, a quel punto, non ricordano più di avere un cuore. Si allarmano se lo sentono battere più velocemente, eppure non ricorrono alla prevenzione cardiovascolare. Questo comporta un aumento vertiginoso delle malattie cardiovascolari delle donne come risultato dell’azione indisturbata e galoppante della aterosclerosi coronarica. Accanto a questa malattia organica non contrastata da una adeguata lotta ai fattori di rischio, va segnalata l’alterazione fisiopatologica del cuore che accade in momenti di grave stress o profondo lutto. Nota come sindrome da crepacuore, si tratta di una malattia quasi esclusivamente “rosa” ad origine psichica e a risoluzione spontanea anche se talvolta può essere grave.
E allora il cuore delle donne non è speciale, noi donne siamo speciali, ma dobbiamo ricordare di avere un cuore e che possiamo e dobbiamo mantenerlo in salute
Leda Galiuto
Cardiologa
Ricercatrice e Docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Responsabile della Cardiologia Riabilitativa del Policlinico Gemelli
Presidente di Donnaetica Onlus
Curatrice della rubrica Dica33 del Fatto Quotidiano
Cavaliere della Repubblica per meriti scientifici
Autrice di “Difendere il cuore delle donne” e “Nutrire il cuore”