È tutta all’insegna del romanticismo la diretta odierna del salotto radiotelevisivo condotto da Sonia D’Agostino che ospita, per la prima volta, la showgirl, ballerina e attrice teatrale Matilde Brandi, decretando la sua entrata ufficiale nella famiglia di “Io le donne non le capisco”.
La puntata si apre con un sottofondo musicale targato Renato Zero con “Magari toccasse a me”, eseguita dal musicista Maurizio Pani. Una melodia in linea con la dolcezza e la pacatezza della ex prima ballerina di Domenica In, che rivela di essere un’appassionata di musica (oltre che di scarpe di cui ne possiede circa cinquecento paia, ndr) a cui dedica spesso del tempo prima di andare a dormire.
“Spesso mi faccio una playlist e prima di andare a letto, la ascolto, è un modo per scaricarmi e riflettere. Poi all’improvviso una delle mie figlie (le gemelle Sofia e Aurora, nate nel 2006, ndr) mi chiama e interrompe il mio sogno per un bicchiere d’acqua! C’è una canzone che io amo, “I believe I can Fly” di R. Kelly. È una delle canzoni più belle che io conosca”
E quando il pezzo echeggia in studio, Matilde non esita ad ammettere quanto la commuova ascoltarla, tanto da confessare: “Parte la lacrima stamattina”.
Emozionata segue la melodia, accennando a bassa voce le parole, nonostante il canto sia una dote che le appartenga, come ha dimostrato durante la sua partecipazione a Tale Quale Show, il programma di Carlo Conti in onda su Rai 1, che definisce “ una bellissima esperienza”
Tu hai cominciato a ballare da bambina. Com’è nata la tua passione?
Nella mia scuola elementare c’era una maestra che aveva dato vita a un corso di danza e aveva chiesto chi volesse partecipare. Io ho subito alzato la mano. I miei genitori non mi hanno mai ostacolata, però mio padre mi ha sempre detto di non trascurare i miei studi. Allo stesso tempo non mi hanno nemmeno spinta in quella direzione, è stata una mia scelta. Io sono molto timida, con la danza sono riuscita a far uscire le mie timidezze: quando ballo divento una pantera.
Da qualche anno hai una scuola di danza?
Sì, qui a Roma, dove tengo anche un corso solo per mamme perché è facile insegnare alle bambine, meno alle mamme.
So che con loro instauri un rapporto di amicizia.
Mia madre mi ha insegnato l’amicizia, che è una cosa bellissima, soprattutto tra le donne. Io senza le mie amiche sarei una persona triste. Ho mille chat di Whatsapp, ma quelle delle amiche sono importanti perché lì passiamo le ore a parlare, condividendo i nostri problemi e cercando delle soluzioni insieme.
Hai amiche nel mondo dello spettacolo, un ambiente che, com’è noto, è competitivo?
In una delle chat di Whatsapp che ho con le mie amiche, che si chiama “Le Highlanders”, ci sono molte donne dello spettacolo. Io non sono invidiosa, sono felice se la mia amica sta bene o ha ottenuto qualcosa. La competizione non mi appartiene e penso sempre che il fine non giustifichi i mezzi.
Che messaggio oggi lanceresti alle tue amiche?
Io sono quella che organizza soprattutto aperitivi perché permettono di vedersi, di stare con le amiche, di condividere un problema, conciliando tutto con le esigenze e i ritmi della famiglia. Quindi il mio messaggio è di trovare sempre il tempo di incontrarsi, anche solo per un caffè o un saluto, al di fuori della coppia.
Dalla musica, dalla danza e dall’amicizia si passa a parlare del sondaggio lanciato sulla pagina Facebook di Io le donne non le capisco, dove gli utenti si sono dimostrati molto interessati alla questione della singletudine. Un fenomeno sempre più dilagante in Italia, che però sembra coinvolgere maggiormente le donne, le quali mostrano una maggiore attitudine a stare bene da sole e ad accettare di vivere senza l’amore di un uomo.
Secondo te si sta meglio da sole o in coppia?
Le donne oggi sono capaci di stare da sole, ma è altrettanto vero che le nostre mamme e nonne si sono sacrificate tanto per la famiglia. Io ho perso mia madre due mesi fa, è stata una grandissima sofferenza. I miei genitori sono stati insieme per 60 anni, si sono amati alla follia ma anche odiati. A volte vedevo mia madre infelice, ma io sapevo che senza di lui non ci sarebbe mai stata. È stata una storia d’amore per cui ci metterei la firma.
Cosa ti ha fatto innamorare di tuo marito (Il commercialista Marco Costantini)? Quando hai capito che era l’uomo giusto per te?
Quando ho deciso di avere dei figli con lui. Quando ci siamo conosciuti, non ci siamo frequentati subito, ma dopo un po’ di tempo. Non so se credo all’amore a prima vista, o se invece penso che il vero amore sia quello che viene alimentato giorno dopo giorno.
Cosa ti colpisce in un uomo?
Innanzitutto lo sguardo, la cura nell’abbigliamento, non necessariamente costoso, ma curato. E poi ovviamente scoprire, nel parlarci, di avere davanti una persona profonda. Io sono anche una tifosa, parlo molto di calcio, quindi questa è una fortuna per gli uomini, anche se a volte a loro può dare fastidio.
Quali sono i motivi di litigi con tuo marito?
I figli, che dividono, non uniscono, perché tutta l’attenzione si rivolge a loro e la coppia si perde. Soprattutto quando nascono, vivi secondo le loro necessità, a volte, in qualche modo, ti dimentichi del tuo partner. Ma lui dovrebbe comprenderti, capire il momento che stai attraversando, le notti insonni, i ritmi dettati dalle poppate. Le mie figlie, che sono gemelle, non hanno dormito fino ai 4 anni ed è stata dura. Allo stesso tempo la donna deve capire il suo compagno, non trascurarsi, insomma ci vuole un equilibrio.
Una necessità molto sostenuta dalla psicologa Loredana Petrone, che afferma l’assoluta importanza di una partecipazione dell’uomo nella divisione dei compiti familiari e lo sviluppo di una maggiore sensibilità maschile nel superare la cristallizzazione tradizionale dei ruoli all’interno della coppia e della famiglia. Una dimensione relazionale ben diversa da quella dell’innamoramento, basata molte volte sulla famosa “chimica”, un’attrazione forte che spinge una persona verso un altro individuo, senza una ragione.
Una tesi condivisa anche dall’altra ospite in studio, la dottoressa e Vicepresidente della Società Italiana di Medicina Estetica, Gloria Trocchi, che parla di una “questione di pelle”, aggiungendo che le sensazioni che proviamo di fronte a un uomo, positive e negative, si possano provare altrettanto per una donna, come una sorta di “sorellanza”.
A te è mai capitato di essere attratta a pelle da qualcuno?
Mi è successo qualche anno fa in Via del Corso, c’era tanta gente e il mio sguardo è caduto, non so per quale motivo, su un uomo. Ho incrociato per un attimo i suoi occhi, poi sono andata per la mia strada, ma devo confessare che ci ho pensato per giorni. È stato un incontro di sguardi.
Matilde, prima la donna si faceva bella per piacere a un uomo. Oggi vuole sentire che sta bene con se stessa oppure noti ancora questa dipendenza dal compiacimento maschile?
La mattina, appena sveglia, ciò che desideri maggiormente è valorizzare la tua bellezza. Poi spesso quando non stai bene con te stessa, trasmetti proprio quel tuo stato interiore agli altri. Se hai addosso dei vestiti che non ti fanno sentire a tuo agio, gli altri lo percepiscono. A me capita per esempio di dire buongiorno anche alle persone che non conosco e di salutare spesso per prima. Anche se a volte capita che molti non ricambino, non importa perché alla fine tutto quello che metti nell’Universo, ti torna indietro.