Con il termine ‘plusdotato’ (gifted) si identifica solitamente un bambino che, rispetto ai coetanei, mostra o ha il potenziale per mostrare un’abilità sorprendente in un determinato momento e in specifiche aree considerate di rilievo nella propria cultura di appartenenza. I bambini ad alto potenziale cognitivo (APC) possono essere molto intelligenti con vari interessi e attitudini, oppure avere un talento particolare e un’abilità specifica. La letteratura definisce come dotati quei bambini che hanno un quoziente intellettivo (QI) superiore a 120, oltre ci sono diversi livelli di dotazione da moderatamente dotato a intensamente dotato all’aumentare del valore del QI. Inoltre, sempre secondo la letteratura scientifica, circa il 5% dei bambini ha un quoziente di intelligenza elevato. In Italia si parla di circa 400 mila studenti, in pratica è possibile trovarne uno in ogni classe.
Tuttavia bisogna sempre tenere presente che l’intelligenza è solo una delle funzioni dell’intera personalità. Molto spesso si confonde l’efficienza cognitiva con l’efficacia scolastica, o con un gran numero di conoscenze generali, commettendo un grave equivoco.
L’avere un’intelligenza molto sviluppata o un talento particolare non significa necessariamente avere successo come individuo nella vita, negli apprendimenti e nelle relazioni. Avere una spiccata accelerazione intellettiva non sempre rispecchia le capacità di giudizio e la maturità emotivo-relazionale. L’esperienza emotiva delle persone APC può essere molto più intensa del comune e a volte possono provare emozioni così forti che vanno ad intralciare e compromettere i processi di elaborazione sottesi alla performance.
Ci sembrano interessanti le riflessioni fatte da un ragazzo ad alto potenziale e da un’insegnante che ha partecipato alla formazione su questa tematica.
Giulio è un preadolescente con APC di 12 anni che frequenta le scuole medie, e si è descritto così: “Io sinceramente non mi sento diverso dagli altri, ma riconosco che in certi momenti ho esigenze diverse. A scuola mi capita spesso di annoiarmi e mi fanno portare dei libri da leggere anche mentre interrogano. Purtroppo non facciamo cose adeguate né nel programma né negli esercizi. Lo studio non è molto adeguato”.
Un’insegnante, dopo aver conosciuto e compreso le caratteristiche e la realtà degli studenti plusdotati partecipando a uno dei nostri corsi di formazione ha riportato: “Attualmente nella mia classe sono stati individuati 4 bambini plusdotati, e fino a poco tempo fa non avrei mai pensato che lo potessero essere. Quindi mi sono detta: ‘Allora nella mia carriera ne ho avuti tantissimi di bambini APC ma non sono riuscita a riconoscerli!’”.
L’obiettivo che perseguiamo con le nostre attività di ricerca, formazione, valutazione e intervento clinico è quello di favorire lo sviluppo del potenziale individuale di ognuno di questi bambini, stimolando una didattica attiva e realmente inclusiva, ampliando il concetto di BES (bisogni educativi speciali) in senso positivo affinché vengano attivate programmazioni didattiche personalizzate che includano compiti sfidanti, amplificazioni di programma, strategie di processamento della realtà e di apprendimento più articolate e complesse che valorizzino le aree di talento. Le scuole devono essere contesti educativi e di crescita anche per i gifted, per questo motivo portiamo nelle scuole percorsi di formazione con moduli teorici e laboratoriali e lavoriamo con gli insegnanti proponendo metodologie didattiche nuove e inclusive. È necessario fare formazione per non etichettare gli alunni, e lavorare sulle dimensioni emotiva, relazionale e creativa. Anche nel contesto valutativo proponiamo un’osservazione a 360 gradi che riguarda il bambino, il contesto familiare e la scuola.
I bambini e i ragazzi APC rappresentano il futuro del nostro Paese. Riteniamo fondamentale che il tema dell’alto potenziale riceva attenzione non soltanto in ambito pedagogico e della ricerca psicologica, ma anche in quello delle politiche educative e dell’istruzione.
É importante contribuire a far crescere la sensibilità su questo tema, perché i gifted incompresi oggi, potrebbero diventare i cosiddetti “cervelli in fuga” di domani.
Come sosteneva Carl Gustav Jung “Se sei una persona di talento non significa che hai vinto qualcosa, significa che hai qualcosa da offrire”, ed è anche responsabilità del collettivo valorizzare questi doni.
Sono note numerose storie personali difficili di molte menti geniali del passato e del presente. Basti pensare a Leonardo Da Vinci, Vincent Van Gogh, Thomas Edison e Albert Einstein.
Tra le persone famose e plusdotate ancora in vita ci sono: in ambito cinematografico il regista Quentin Tarantino e le star di Hollywood Ashton Kutcher e Matt Damon. Dotate di un’intelligenza superiore alla media anche Sharon Stone e Meryl Streep e, in maniera un po’ inaspettata, per il suo sfoggio di muscoli più che di capacità intellettive, anche l’ex Terminator e governatore della California Arnold Schwarzenegger. In cima alla lista dei cantanti troviamo invece Shakira e Madonna, mentre il mondo sportivo è rappresentato dall’ex calciatore Frank Lampard, per anni la vera “mente” del Chelsea e della Nazionale.
È evidente come il potenziale può esprimersi e dare risultati se incanalato nel giusto contesto e se sostenuto da un adeguato entourage. Ci sembra quindi fondamentale il riconoscimento precoce perché prima un bambino APC viene identificato, riconosciuto e accettato dal proprio entourage, tanto più si realizzerà, in accordo con se stesso e con l’immagine che gli altri hanno di lui, ed avrà la possibilità di vivere armoniosamente la sua vita scolastica, sociale ed emozionale.