Home Lei e luiCoppia e Famiglia Jeans strappati a scuola, la vicepreside li copre con lo scotch. Ne discutiamo con Hoara Borselli, Marina La Rosa, Rudy Zerbi e Maddalena Cialdella.

Jeans strappati a scuola, la vicepreside li copre con lo scotch. Ne discutiamo con Hoara Borselli, Marina La Rosa, Rudy Zerbi e Maddalena Cialdella.

di Prisca Civitenga

Ospiti: Hoara Borselli, Marina La Rosa, Rudy Zerbi, Maddalena Cialdella

Stavolta prendiamo spunto dalla cronaca per parlare del complesso rapporto tra figli, genitori ed insegnanti. Nel salotto di Io le donne non le capisco una squadra tutta al femminile, capitanata dall’inossidabile Sonia D’Agostino, insieme a lei l’amica e psicologa Loredana Petrone e le ospiti Marina La Rosa e Hoara Borselli. In collegamento Maddalena Cialdella, psicologa esperta dell’età adolescenziale e Rudy Zerbi, che, con quattro figli, ha molto da raccontare. Alla nostra comunità social abbiamo chiesto:

A Cosenza una studentessa arriva a scuola con i jeans particolarmente strappati, la vicepreside li copre con lo scotch: “Quei pantaloni poco decorosi”. Gli studenti insorgono per difendere la libertà di indossare ciò che vogliono, dall’altra parte gli insegnanti difendono il decoro dell’istituzione scolastica. Voi da che parte state?

 

Per la prima volta a Io le donne non le capisco la conduttrice televisiva, opinionista, attrice ed ex modella Hoara Borselli, è lei a rompere il ghiaccio sul tema, esprimendo la sua opinione improntata sul rigore: “ si parla molto di questo argomento, ci sono stati altri casi, come l’ombelico di fuori al liceo Righi di Roma. Io ritengo che la scuola sia un luogo dove ovviamente si debba insegnare il rispetto e il rispetto passa anche dall’abbigliamento. I ragazzi della scuola cosentina hanno protestato e come segnale si sono tutti messi lo scotch sui tagli dei pantaloni. Ho sentito dei ragazzi rivendicare la loro libertà, ma la libertà non passa da questo, la libertà passa anche dal rigore e dal rispettare il luogo dove stai. Penso che nessuno decida di presentarsi in ufficio con le infradito, perché in chiesa non ci si va con la canotta, ma con la giacca? Semplicemente perché c’è rispetto per il luogo. Credo che un’insegnante, o una preside, sia legittimata a fare un appunto, se deve, a un ragazzo, e non mi piace la risposta del ragazzo quando dice, è accaduto a Roma qualche giorno fa, ‘tu chi sei per dirmelo?’ Ecco, manca ormai questa distinzione di ruoli, che è venuta meno, manca l’autorevolezza da parte degli insegnanti, cosa che si deve recuperare, e soprattutto l’attenzione delle famiglie, i genitori quando vedono il proprio figlio con i jeans strappati dovrebbero fermarlo e dirgli di vestirsi in maniera consona, perché sta andando a scuola, non in discoteca, al pub o al muretto con gli amici”.

Ed è subito scontro con il peperino Marina La Rosa: “non sono dello stesso avviso. E’ vero che ci sono dei ruoli che si sono ribaltati. Oggi i genitori vanno contro gli insegnanti, se il figlio prende una nota, i genitori chiedono conto all’insegnante, pensando che abbia ragione il figlio, stiamo andando verso una direzione completamente sbagliata e su questo sono d’accordo. Riguardo al fatto che giustamente in chiesa si entri con una giacca, penso che ci siano dei luoghi di culto nei quali bisogna avere un grande rispetto, ma per quanto riguarda, invece, l’abbigliamento scolastico, credo che la scuola sia sempre vissuta come un luogo in cui ci deve essere molto rigore, molta disciplina, mentre la scuola è un luogo dove si impara, anche attraverso la creatività, anche il modo di esprimersi è importante. Gli insegnanti, invece di avere questa rigidità, dovrebbero capire, un po’ come i genitori, qual è l’indole di questi ragazzi e tirarla fuori. E’ chiaro che negli anni ’70 si andava vestiti in un certo modo, le mode cambiano, quando ero ragazzina mi era presa la fissazione per il punk, andavo in giro con dei pantaloni a vita bassa che mia sorella mi criticava, ero orrenda, ma è una questione di moda. La moda è una cultura contestualizzata negli anni che viviamo, nel 2022 questa moda la troviamo sia nelle sfilate, nelle passerelle, sia a scuola, sia a casa”. Sottolineo che l’insegnante non ha solo fatto un appunto, ha mortificato questa ragazza ed è una cosa sbagliatissima.”

Hoara Borselli punta l’accento sulle regole: “non puoi comportarti a scuola come a casa, le regole sono importanti. Ritengo che ci siano mille modi per un ragazzo di poter esprimere la sua libertà, la sua creatività, può uscire vestito come gli pare, jeans bassi, pantaloni strappati, punk, ma non dentro la scuola, la scuola è un luogo dove ci sono delle regole ed è giusto rispettarle. Se non ci arriva la famiglia a farle rispettare è giusto che l’insegnante o la preside che sia, riprenda il ragazzo e lo riporti in linea, credo che sia un fattore di crescita importante”.

 

Sonia D’Agostino chiede il parere di Loredana Petrone: “come psicologo condivido il pensiero di Hoara, nel senso che le regole sono fondamentali, sono importanti, ma sono importanti perché devono essere violate, certo non all’interno della scuola. La regola serve come contenimento del ragazzo, se non ci fossero le regole non ci sarebbe neanche un percorso di crescita. Tra l’altro credo che quello che manca è la coalizione del mondo degli adulti, insegnanti e genitori che percorrono la stessa strada. Vi faccio un esempio, nelle chat dei genitori, gli insegnanti vengono offesi, umiliati, gli si dice di tutto di più. Sono assolutamente contraria. Non ci si allea con il figlio se lo si vuole far diventare un adulto responsabile, ci si allea con l’insegnante, l’altro adulto. Ovviamente, poi, gli insegnanti non hanno strumenti, perché i genitori vanno in classe, li insultano o addirittura li picchiano, come leggiamo nella cronaca. Non ci dovrebbe essere un dress-code nella scuola, anche se alcuni presidi hanno dato delle linee guida”.

 

Interviene la conduttrice: “la scuola tante volte diventa una sfilata di moda e mette in difficoltà i ragazzi meno abbienti che non possono permettersi abiti firmati. Secondo me il grembiulino ci dovrebbe essere fino alle medie” . Un’affermazione che trova totalmente d’accordo Hoara Borselli, mentre Marina La Rosa si sente male solo all’idea. Secondo la conduttrice televisiva: “il grembiule o, come richiedono alcune scuole private, le divise, abbattono le disuguaglianze”, mentre per Marina La Rosa: “parte tutto dalla genitorialità che oggi manca, perché se tuo figlio sta male perché non ha le scarpe firmate, evidentemente non gli hai insegnato alcuni valori.” Sonia D’Agostino fa notare che spesso i ragazzi vengono bullizzati dagli altri anche per il modo di vestire, e Marina La Rosa racconta la sua esperienza: “sono la quinta di cinque figli, io avevo i vestiti riciclati delle mie sorelle, anche io avrei voluto lo zaino firmato, ma non soffrivo per questo nella mia crescita”.

Citando Crepet, Hoara Borselli afferma che i genitori che non fanno mancare nulla ai figli compiono uno sbaglio: “quando tu da genitore non fai mancare nulla, pensi, per il tanto amore, di dover dare tutto, questo è l’errore, perché tu non lasci quella “fame” ai ragazzi, che è quello che li impegna, poi, a fare altro, a procurarsi quello che vogliono e quindi a non perdersi”. Concorda la psicologa Petrone: “noi veniamo considerati in letteratura la generazione dei genitori spazzaneve, ossia coloro che rimuovono tutti gli ostacoli nel percorso evolutivo dei figli, tant’è che i ragazzi non sono proprio abituati a vivere la frustrazione, davanti alla frustrazione vanno completamente in tilt”.

“I ruoli sono completamente cambiati”, aggiunge Marina La Rosa, “una volta eravamo noi figli a dover raggiungere l’approvazione dei genitori, ora sono i genitori che cercano l’approvazione dei figli. Vedi genitori di una certa età che fanno i balletti su Tik Tok per conquistare il figlio”. “Si chiama l’adultescenza” spiega la psicologa “l’assumere da adulti comportamenti adolescenziali, ma c’è anche un altro errore, la questione di delegare le scelte ai figli, che ad esempio scelgono la meta delle vacanze”. Sonia D’Agostino chiede allora come è la famiglia oggi e come è cambiata nel tempo, Loredana Petrone prova a fare chiarezza: “la famiglia oggi è complicata, c’è stata una trasformazione negli ultimi cinquant’anni importante, però credo tantissimo nella capacità personale, nell’intelligenza personale. Oggi giorno ci confrontiamo con separazioni, famiglie patchwork e la riuscita è nell’essere risolti, nel sapersi approcciare all’altro rispettando l’altro e mettendo al primo posto i propri figli. Se uno riesce a fare questo i problemi si risolvono, però la situazione è complessa rispetto a tanti anni fa. Il conflitto alimenta il legame”. Si parla, poi, dell‘importanza dei “no”. Hoara Borselli: “un genitore spesso ha paura a dire no, per non perdere il consenso del figlio, c’è questa tendenza e quindi vuoi sempre l’approvazione, mentre molto spesso la cosa più complicata è creare quella frattura, quella frustrazione anche con quel no, che al momento può sembrare distruttiva, invece aiuta a crescere”.

 

Sui ragazzi di oggi ha molto da dire la psicologa Maddalena Cialdella, esperta dell’età adolescenziale: “la riflessione è su quello che avviene all’interno delle famiglie tra figli e genitori. E’ chiaro che i genitori cercano di educare ed istruire i propri figli, c’è un momento però in cui i figli devono individuarsi, devono essere capaci di autonomizzarsi e molto spesso questo avviene attraverso uno scontro fisiologico. E’ vero che, poi, possiamo trovarci improvvisamente di fronte a persone che non riconosciamo, nostro figlio era tranquillo sereno, educatissimo, poi scopriamo che è diventato un’altra persona. Questo un po’ ci spaventa ma d’altro canto ritengo, fino ad un certo limite, che sia fisiologico. Quello che devono fare i genitori è contenere, contenere tentando di contestualizzare i comportamenti figli. Tornando al caso di cronaca, probabilmente questa vicepreside è stata esagerata nel momento in cui ha dovuto mettere lei lo scotch sui pantaloni strappati. Il punto è che i ragazzi e i genitori dovrebbero sapere come si va in certi luoghi. Non voglio apparire bigotta, però per me il concetto di contesto è fondamentale. I comportamenti hanno senso all’interno di determinati contesti. E’ chiaro che i ragazzi cercano di contrastare l’autorità, un’autorità che ormai non è nemmeno più riconosciuta. Non sono riconosciuti i genitori, che sono diventati meno autorevoli, diventano troppo amici dei loro figli e questo porta a delle derive che spesso non solo piacevoli. Fornire regole e dare autorevolezza significa dare contenimento ai figli, significa che c’è qualcuno che può decidere per lui, perché è più grande, perché ha un ruolo ben definito, e questo, contrariamente a quanto si possa credere, dà sicurezza ai propri figli”.

Hoara Borselli e Marina La Rosa sono entrambe figlie di genitori separati e con i propri figli rifiutano di fare le amiche, sono tutte e due molto attente al rispetto delle regole, come lo è Rudy Zerbi, l’ultimo ospite ad intervenire, che si collega da una casa in campagna dove ha, appunto, accompagnato il figlio per una festa. Il critico musicale, conduttore e produttore commenta subito la notizia di cronaca da cui prende spunto la trasmissione: “conosco gli avvenimenti solo in parte, ma posso dire purtroppo la scuola italiana non ha un regolamento chiaro e definito su quale sia il limite sottile da non superare nell’abbigliamento scolastico, un jeans strappato può essere offensivo o di moda. Servono regole più precise, io non sono mai per le regole interpretabili perché creano solo confusione. Personalmente sarei per la divisa o il grembiule a scuola fino al liceo”, afferma Rudy trovano l’approvazione di Hoara Borselli e lo sconforto di Marina La Rosa, mentre la psicologa Cialdella fa notare che: “andare con i grembiuli non è men omologante rispetto ad andare con i jeans strappati che vanno di moda, entrambi tendono all’omologazione”. Riguardo al comportamento della vicepreside che ha ritenuto opportuno punire la ragazza coprendo gli strappi con lo scotch, Rudy ha le idee chiare: “dissento da quello che ha fatto la vicepreside, poteva chiamare i genitori, mandarla a casa e vedersela con i genitori. Il gesto dello scotch è violento e poi se fatto davanti ad altri è inopportuno”.

 

Rudy Zerbi è padre di quattro figli maschi avuti da tre donne diverse, che tipo di papà è? “Mi riproduco praticamente ogni cinque anni, ma ora ho smesso, non ho più l’età per continuare”, scherza, “ i miei figli hanno, 22, 17, 12 e 7 anni. Sono molto rigido sull’etichetta, sulle parolacce, sul rispetto a scuola, sul rispetto dei compagni e delle compagne, sullo stare a tavola, educo i miei figli a casa mia secondo regole mie e della mamma, che devono essere condivise anche se siamo separati. Il ventre debole della coppia, eventualmente, sono io non la mamma, ma sono molto rigido, sono un grandissimo rompiballe e ne vado fiero”.

Maddalena Cialdella sottolinea un aspetto importante: “Rudy ha detto una cosa interessante, è in grado di avere una cogenitorialità con la mamma dei suoi figli e fornire squadra credibile, questo è il punto cardine di tutto, non è la separazione in sé , ma il conflitto che è patogeno per i figli”. “Non è farina del mio sacco”, aggiunge Rudy, “è della psicologa che ha aiutato me e la madre dei miei figli. Consiglio a tutti, se avete qualche piccolissimo problema in famiglia, di chiedere l’aiuto di uno psicologo per creare una genitorialità condivisa. Per me essere padre è la parte più bella della vita, puoi avere soddisfazioni al lavoro, in pubblico, ma se dentro casa non stai bene, quello che c’è fuori non può compensare ”.

 

 

La puntata si chiude con l’aquilina in bocca, Marina La Rosa a sorpresa regala a Sonia D’Agostino la sua celeberrima parmigiana di melanzane home made, peccato non poterla assaggiare! Dulcis in fundo la poesia di Luciano LemboUna questione di decoro”, per riflettere ancora un po’.

“Bisognerebbe che ogni professore

facesse un corso di psicologia

perché gli eccessi di un provocatore

vanno mediati con molta più maestria

dal canto suo quella ragazza dice

io sono libera, vesto come voglio

coi jeans rotti sono più felice

dunque li mostra al mondo con orgoglio

Sia presto pace tra alunni e istituzione

si trovi insomma il giusto compromesso

coprire i buchi non è la soluzione

ma neanche che tutto sia permesso

le scuole allora per questione di decoro

affinché la scolaresca vesta uguale

dicessero una volta e tutte in coro

da domani rimettetevi il grembiule”.

 

Continua a seguirci:

Scrivi un commento

Articoli che ti potrebbero interessare