Grazie alle parole e all’esperienza di Marina Baldi – genetista forense – abbiamo fatto una fotografia della situazione femminile in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le notizie non sono affatto positive.
Ogni anno internet, giornali e televisioni si riempiono di messaggi focalizzati a mantenere alta l’attenzione sul gravissimo problema della violenza nei confronti delle donne. È un fenomeno in dilagante aumento, a tutti i livelli, dalla semplice violenza verbale, a quella psicologica, a quella fisica, per concludere con l’omicidio che quest’anno ha già raggiunto il numero di 142 vittime, numero in tragico aumento rispetto agli anni precedenti. L’ISTAT ha pubblicato dati sconvolgenti per quanto riguarda la dimensione del problema. Nel 2006 sono stimate in 6 milioni e 743 mila le donne dai 16 ai 70 anni che nella vita hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita. (Il 31,9% delle donne comprese in questa fascia), 5 milioni hanno subito violenza sessuale, quasi 4 milioni ha subito violenza fisica, 1 milione ha subito stupri o tentativi di stupri. Sono numero spaventosi e anche se negli anni hanno rilevato una lieve riduzione, soprattutto per quanto riguarda le violenze sessuali dai soggetti diversi da partners, i numeri sono talmente alti da far rimanere senza parole.
Bisogna fare qualcosa, partendo dall’educazione dei ragazzi. Gli uomini sono figli di donne e come tali sono educati da donne. Quindi l’esempio che si può tenere in famiglie è sicuramente un mezzo preventivo potente, ma purtroppo non sempre sufficiente. La maggior parte delle violenze avviene in ambito familiare e un bambino che assiste ad abusi o abusato esso stesso più probabilmente diventerà un abusante.
Bisogna che le forze dell’ordine aiutino che denuncia, seguendo le indicazioni del nuovo codice rosso, che pur con tante criticità è uno dei primi atti ufficiali che cercano di mettere un freno a questo fenomeno dilagante.
Anche l’Europa si interroga e a questo proposito il giorno 21 novembre si è svolta al parlamento europeo di Bruxelles una cerimonia commemorativa per il ricordo di Pamela Mastropietro, la diciottenne di Roma, violentata, uccisa, deprezzata e scuoiata da uno spacciatore di droga nigeriano, nella città dì Macerata. Una drammatica vicenda che tutti ricorderanno per la violenza assurda con la quale la vita di Pamela è stata interrotta nel fiore degli anni.
L’onorevole Luisa Regimenti, medico legale, ha fatto parte del pool dei consulenti della famiglia ed ha sentito l’esigenza di ricordare la povera vittima con un convegno al quale il pool di parte civile, del quale ho fatto parte anche io, è stato invitato a partecipare. È stata un incontro molto emozionante che ha fatto rivivere, alla presenza della famiglia della ragazza, tutta la storia dell’omicidio attraverso le parole dell’avvocato Verni, zio di Pamela e avvocato della famiglia. Sono stati gettati i semi di tante attività preventive, sullo sfondo del muro di bambole, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Al lavoro, tutti. Rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare per consegnare ai nostri figli un mondo che, anche se non sarà ancora guarito, abbia già il germoglio della pace e del rispetto per la donna.