In questo ultimo anno avete notato un calo del desiderio? Se sì, è un fenomeno che ha colpito più gli uomini o le donne? Gli altissimi livelli di stress hanno giocato un ruolo determinante nello stravolgere le abitudini sessuali sia dei single che delle coppie?
È questo il tema su cui ci siamo interrogati questa settimana sulla nostra pagina Facebook di Io le donne non le capisco, ed è ciò di cui abbiamo discusso insieme a Chiara Simonelli, Barbara Alberti e Antonio Pastore.
Per Barbara Alberti “non c’era bisogno del Covid per evidenziare il calo del desiderio perché negli ultimi decenni c’è stata una forte virtualizzazione del sesso, oggi tanto sesso è virtuale e poco importa se c’è o non c’è il partner. Il trionfo del sesso virtuale è l’eliminazione dell’altro. Adesso le donne ti danno il voto, non vorrei essere un maschio. Stiamo vivendo un momento epocale e se abbiamo un pezzettino di anima bisogna conservare, manca il sogno. Il materialismo è brutto, ognuno di noi deve sapere cosa salvare di sé. L’esibizionismo del sesso è stato un disastro, la favola di Amore e Psiche ammaestra tutto il tempo nostro. Questa fiaba ammonisce al segreto, all’amore. L’uomo ha la genialità di inventare cose meravigliose e usarle contro sé stesso”.
Chiara Simonelli, sessuologa e psicoterapeuta, ci racconta che “prima del Covid il calo del desiderio era appannaggio femminile, il famoso mal di testa, quello che invece è emerso dagli ultimi dati è che il calo del desiderio negli uomini è il primo sintomo dopo il lockdown. I problemi veri sono stati tanti quindi molti fattori hanno inciso, dalla perdita del lavoro allo stare chiusi con un partner, tutto questo ha inciso sul desiderio. Se vai a leggere i dati, molto interessante è quella piccola quota di persone che invece hanno avuto un aumento del desiderio. Il desiderio sessuale è vita, ma chi sono questi soggetti che controtendenza hanno avuto un aumento del desiderio sessuale?”.
Antonio Pastore, urologo, ci rivela che ha condotto uno studio su “2150 coppie e a abbiamo visto come il Covid sia entrato a gamba tesa sulle relazioni di coppia. Il dato più importante che è emerso è che la pandemia ha creato ansia e una forma di depressione nei soggetti, questo ha comportato una riduzione del desiderio sessuale. Non c’è un dato correlato all’età, andiamo dal 20enne in cui la sessualità crea molte aspettative, così come nel 60enne. Sicuramente su questo la pandemia ha influenzato tantissimo. L’identikit del paziente che viene dall’andrologo o dall’urologo è un paziente illuminato, vuole avere rassicurazioni, non ha per forza uno stato di malattia, ma vuole che gli siano trasmesse delle sicurezze. I pazienti che hanno più o meno problemi di sessualità sono aumentati. Il rapporto sessuale è un atto di fiducia verso l’altro e mette a nudo le difficoltà più intime della coppia. Lo studio è iniziato durante la pandemia, l’unica coppia che ha ritrovato sessualità è quella che per motivi lavorativi ha ritrovato la quotidianità”.