Home Lei e luiCoppia e Famiglia L’amore non è bello se non è litigarello… I racconti di Dino Abbrescia e Susy Laude, Luciano Lembo e Maurizio Lupardini

L’amore non è bello se non è litigarello… I racconti di Dino Abbrescia e Susy Laude, Luciano Lembo e Maurizio Lupardini

di Prisca Civitenga

Ospiti: Dino Abbrescia, Susy Laude, Luciano Lembo, Maurizio Lupardini

Un tema “pungente” che coinvolge molto gli ascoltatori quello scelto per l’ultima puntata di Io le donne non le capisco, il salotto del sabato condotto da Sonia D’Agostino, stavolta più agguerrita che mai, si parla, infatti, di litigi di coppia. Per farlo abbiamo invitato in studio l’amico e nostro fido collaboratore Luciano Lembo, in collegamento una coppia d’attori a dir poco frizzantina, Dino Abbrescia e Susy Laude, insieme a loro il neuropsichiatra Maurizio Lupardini per qualche utile consiglio. Immancabile Alberto Laurenti con le sue canzoni e la sua simpatia. Alla nostra comunità social abbiamo chiesto:

Basta una parola di troppo e il danno è fatto! Siete una coppia litigiosa? Quali sono i motivi che vi fanno litigare?

Ci sono coppie molto litigiose e altre che non litigano mai, c’è chi vuol fare subito pace e chi invece tiene il muso a lungo, litigi costruttivi e litigi distruttivi, la conduttrice rompe subito il ghiaccio “mettendo il dito nella piaga” e chiedendo agli artisti in studio di condividere le proprie esperienze. Tra una canzone, una battuta e un’imitazione Alberto Laurenti e Luciano Lembo si raccontano, il compositore: “io piuttosto che litigare mi ritiro anche se ho ragione, non lo sopporto, mi giro e pazienza, anche nel traffico di Roma ad esempio, lascio correre”. Il cabarettista, invece, ci risponde con la voce di Massimo Troisi: “se non ci sta il litigio non ci sta manco la pace, è bello il litigio perché se no le coppie non sanno manco perché stanno assieme”. Lembo continua con un aneddoto personale: “mio padre con mia madre, quando c’era un piccolo litigio, aveva l’occasione, poi, per fare un sorriso, regalare un cioccolatino e alla fine si davano un bacetto sulla guancia, era bellissimo. Il litigio ci vuole, serve per ricordare perché stiamo insieme”. Laurenti ci ripensa: “rettifico, con la mia compagna litigo sempre perché ci tengo, in generale non amo litigare, nella vita quotidiana preferisco lasciar stare, ma quando tieni ad una persona ci litighi pure, per affrontare le cose e risolverle”. Luciano lembo aggiunge: “a meno che il litigio non diventi patologia! Questa è una cosa importante, ricordo che mia madre faceva di tutto per il quieto vivere. Quando sono stato sposato c’era un periodo in cui litigavamo sempre e lei mi diceva di portare pazienza. Dopo tre anni ancora litigavamo e mi diceva ‘non v’ammazzate’, non voleva riconoscere che non andavamo bene insieme, ci diceva di restare uniti. Mia madre fa parte di quella generazione che dice di restare insieme a tutti i costi, invece no, quando il litigio diventa patologia bisogna avere il coraggio di lasciarsi.

Sonia D’Agostino chiede quali sono i motivi dei litigi, ce ne sono di ricorrenti, come accade per lei? Alberto Laurenti confessa di essere un piccolo bugiardo: “mi sono accorto che io spesso dico le bugie bianche per evitare alcune discussioni, e invece, poi, alla lunga diventano una grande bugia esistenziale che ti fa vedere la tua compagna in un modo strano. Attenzione alla bugia bianca, perché è un alibi, ma alla quinta, alla sesta che racconti, diventa una grande bugia”. Controbatte la conduttrice: “ secondo me la coppia regge se c’è condivisione, se cominci a dire una bugia bianca qua, una bugia bianca là, alla fine si cresce in maniera talmente diversa che ti trovi con un estraneo o un’estranea vicino, sarebbe meglio chiarirsi per migliorare le cose”. Il musicista lancia un’idea: “io farei una lavagnetta a casa dove si scrivono le cose che non vanno bene e poi si sceglie un giorno a settimana, una sera, per parlarne mentre gli altri giorni si evita, si appuntano le cose settimanalmente su questa lavagnetta non è una buona idea?”. Quali sono per Luciano Lembo i motivi più frequenti per un litigio? “Il disordine, lo ammetto! L’artista ce l’ha questa cosa qui, io e la mia compagna, infatti, viviamo in due case differenti e secondo me tutti dovremmo fare così all’inizio. Mia madre mi aiuta nelle pulizie, una volta pulendo il divano e mi ha detto che c’erano soldi spicci, niente di strano ho pensato, i soldi spicci cadono facilmente, ma mia madre mi ha fatto notare che erano in lire! Pensa te da quanto io non pulivo quel divano!”

E Sonia D’Agostino che tipo è? Quanto discute in famiglia? “Io e mio marito non siamo una coppia litigiosa, battibecchiamo sulle piccole cose, questo sì, ma è diverso. Io se litigo in maniera feroce, è capitato poche volte, sono una belva, non ti voglio proprio vedere, perché si litiga sui fondamentali, è una cosa completamente differente. I fondamentali con chiunque, non solo compagno, per me sono indiscutibili e io ci ritorno anche a distanza di anni”. Incalzata la conduttrice si toglie un sassolino dalla scarpa, raccontando un episodio che proprio non le va giù, ancora oggi a distanza di quasi quarant’anni, quello dell’ormai famosa, per chi conosce Sonia, vestina da battesimo: “Quando si doveva battezzare mio figlio, noi avevamo una vestina da battesimo di famiglia con la quale mi sono battezzata io, tutte le mie sorelle, i miei genitori, i miei nonni, bellissima di merletto. Si presenta mia suocera dicendo anche loro avevano una vestina di famiglia e allora, vabbè, sai il figlio maschio, ho accettato di mettere da parte la mia. Ma poi mia suocera si presenta con una vestina appena comprata al negozio con tanto di marca e io mi sono rifiutata di metterla, ma scusa non mi fai mettere la mia per comprarne una nuova? Non c’è stato niente da fare, mio marito non è intervenuto, mia mamma ha chiuso a chiave l’armadio dove c’era la vestina stupenda e mio figlio si è battezzato con una vestina appena comprata. Abbiamo litigato per mesi, sono passati quarant’anni e non mi è andata giù. Quello è un fondamentale, non si tratta della vestina in sé, è una questione di principio, di rispetto. Da allora ho rotto i rapporti con mia suocera.”

E’ la volta dei due ospiti di oggi, la coppia Dino Abbrescia-Susy Ladue, lui affermato e amato attore di teatro, cinema e televisione, che passa con disinvoltura da ruoli comici a ruoli drammatici, lei attrice e regista, insieme ricordano a Sonia D’Agostino la mitica coppia Sandra e Raimondo, per il modo in cui interagiscono e battibeccano tra di loro. Ce ne danno subito un esempio. Sono bloccati a casa perché Dino si è preso il covid, ma anche Susy non si sente affatto bene, ha 38 di febbre: “lui è il covizzato senza febbre, gira per casa con la mascherina, si sdraia, si rialza, si lamenta per qualsiasi cosa, fa dei versi… aaaaaaaahhh…. ma io ho 38 di febbre anche se sono negativa e devo fare tutto lo stesso, portare giù il cane, cucinare… quando uno dei due si ammala io e Dino litighiamo sempre!” Il marito lancia subito una provocazione: “ lo vogliamo dire una volta per tutte? Poi per carità stiamo insieme, ma le uniche due cose che non sono fatte per stare insieme sono l’uomo e la donna, diciamolo, siamo troppo diversi, anche nella malattia!”

Dino Abbrescia e Susy Laude stanno insieme da 13 anni, l’età esatta del loro figlio Nico: “ io e Dino abbiamo deciso di fare nostro figlio dopo un mese che uscivamo insieme” spiega l’attrice, “amore o piuttosto follia direi”. E’ stato un colpo di fulmine? L’attore racconta la sua versione: “è nato nel tempo, perché abbiamo fatto insieme una fiction, abbiamo lavorato per 4 mesi e, siccome io sono un professionista, durante i 4 mesi non mi sono mai fatto avanti, l’ho fatto alla fine”. Subito lo contraddice la moglie: “ sei un bugiardo, perché tu ti sei fatto avanti più volte, ma io con gli attori non volevo avere niente a che fare. Addirittura è andato dal regista per cercare di cambiare il copione ed inserire un bacio che non era previsto! Poi la serie è finita, io purtroppo ero in un periodo molto difficile, avevo appena perso il mio migliore amico e mi ero lasciata con la persona con cui stavo precedentemente. Dino un giorno mi ha chiamato proponendomi di andare al cinema per svagarmi e siamo andati a vedere il film meno romantico che c’è sulla faccia della terra: Gomorra. Non ci ha provato, niente, anzi sono stata io a proporgli di andare a casa sua, e lui ha rifiutato!” Abbrescia si giustifica: “siccome io avevo scoperto, avevo un po’ capito, che lei, in realtà doveva uscire da una sua relazione, allora ho detto no, a me di fare chiodo schiaccia chiodo non va”, poi ridendo aggiunge: “lei effettivamente se ne stava andando e io l’ho fermata, queste sono cose che uno dice così!” “Poi lui mi e lei ha detto una delle frasi più belle e romantiche” continua Susy, “ tu, secondo me hai bisogno di tante coccole”. Una frase bomba, irresistibile, concorda tutto lo studio!

I coniugi spesso lavorano insieme e capita che Susy debba dirigere il marito, come si comporta? “Veniamo entrambi da tanti anni di gavetta, dalla palestra del teatro, abbiamo lo stesso linguaggio. Con Dino mi capisco sempre, oltre a trattarlo malissimo, perché quando faccio la regia lo maltratto!” “Abbiamo un approccio diverso”, aggiunge l’attore, “lei ha un approccio più di studio, io invece leggo il copione una volta sola, poi mi piace aggiungere, cambiare, sembra un approccio un po’ cialtrone, ma è il mio metodo”.

Quali sono nella coppia i motivi di discussione? “Litighiamo per questioni legate alla quotidianità, sciocchezze”, risponde Dino Abbrescia, “possiamo fare anche liti furiose, ma poi ci passa ad entrambi, lei forse è più musona”. “Noi non litighiamo, parliamo animatamente”, aggiunge la moglie, “sembra che litighiamo, ma è una disquisizione un po’ accesa”. E il marito continua: “non è difficile stare insieme, è un po’ faticoso, ma regala cose bellissime”. Come il rapporto con il figlio, ci raccontano scherzando vari aneddoti, come quando il piccolo Nico chiese come nascono i bambini oppure quella volta in cui casualmente vide una scena d’amore tra il padre e la madre … in televisione!

Meglio litigare che ingoiare e poi sbottare, sottolinea Sonia D’Agostino, e Susy racconta dei suoi genitori: “non ho mai visto mio padre e mia madre litigare, ma poi dopo trent’anni di matrimonio mia madre ha fatto la valigia e se ne è andata. E’ meglio discutere delle proprie idee. Io erano anni che dicevo a mia madre di andarsene e quando l’ha fatto l’ho portata in vacanza in Puglia e in Sardegna, siamo state due mesi insieme. Ci sono donne che sopportano, ma non si può sopportare, la sopportazione ha un limite, per fortuna esiste divorzio, perché a stare insieme sopportando ci si distrugge. Mio padre era un bell’uomo, un libertino e ne ha di cotte e di crude”.

Interviene Maurizio Lupardini, psicologo e neuropsichiatra: “Il litigio nasce proprio da una parola in meno detta. Se sei coinvolto attivi meccanismi difesa, non voglio vedere, tendo a rimandare, a giustificare. Una parola in più, anche se sbagliata, porta a far sapere come io la penso e, logicamente, l’altro a confrontarsi. Il non sapere, il non dire, fa si che alla fine si crei questa sorta di binario, le strade cominciano a dividersi. Il litigio è importante se favorisce il processo di mettere un punto e cambiare, andare avanti. In questo caso il litigio non diventa qualcosa di pesante, un macigno, diventa, invece, una leva per andare avanti”. “La donna è cambiata”, sottolinea Susi Laude, “mia madre i tradimenti di mio padre li sapeva, e anche mia nonna probabilmente, ma erano altri tempi, era un altro modo di affrontare matrimonio, l’unione doveva essere per sempre. Ho imparato che come cambio io, cambia anche il mio partner, le coppie, spesso rimangono legate a quello che hanno conosciuto all’inizio, ma nel tempo si cambia, l’importante è comprendersi e crescere insieme”.

Litigare è un’arte, bisogna saperlo fare bene, spiega Lupardini: “molte ricerche sociologiche mostrano che si arriva al litigio quando si ha necessità di dire la verità, senza difesa, senza orpelli. La cosa importante è sapere dire no senza offendere. Il litigio non è utile se andiamo oltre, se offendiamo la persona, che poi alza le difese e quindi si chiude, allora litigio non serve più. Quando inizia una lite è come se si accendesse una fiamma, dobbiamo mantenere il controllo. Gli americani parlano di stop and start. Quando senti bruciare la fiamma, fermati, fai qualcosa, una passeggiate, calmati e poi eventualmente si ricomincia. Serve una gestione sana del litigio”.

La conduttrice cita le frasi che fanno più imbestialire durante una lite: “sei come tua madre” e “lascia stare tanto non ci arrivi”. Susy Laude scatta sulla sedia: “ hai detto proprio la frase per cui io e Dino abbiamo fatto una lite furibonda, l’unica in 13 anni” Parte il racconto: “eravamo a Pantelleria, ospiti si amici in un ristorante sulla spiaggia. Stavamo parlando di un argomento importante, cercavo di aiutare queste persone , era un argomento profondo e Dino se ne è uscito con ‘questa proprio non ci arriva‘! Non ci ho visto più, sono diventata la donna-torcia, mi sono alzata in piedi, in mezzo al ristorante e gli ho urlato ‘tu a me non capisci non me lo dici, perché io ho due lauree!’ E un signore seduto vicino ha detto ‘ah beh, se ha due lauree non è che non capirà niente’”.

Abbrescia prova a giustificarsi, poi cede e chiede scusa: “io ho sbagliato, ma devo dire che era un po’ che provavo a spiegare, guarda Susy così e così, e niente lei si era incagliata, allora ho detto così, ma ho sbagliato sicuramente”. Le scuse arrivano anche da Susy: “anche io sbagliato ad alzarmi al ristorante e fare una scenata, era il vino che aveva abbassato la mia bravura a trattenere la cosa e a parlarne dopo. Ora gli amici mi ci mi prendono sempre in giro ‘oh c’ha due lauree!’” Pace fatta, il segreto è l’ascolto e la reciproca comprensione, un pizzico d’ironia poi è la carta vincente!

Luciano Lembo sintetizza il senso di tutto quel che abbiamo detto con la sua consueta perla poetica: 

Eppure all’inizio c’era tanta pazienza

si era perfetti agli occhi dell’altro

poi nel rapporto s’insinua la confidenza

e ogni sciocchezza diventa un disastro.

Lei non sopporta i miei peli della barba

lasciati ovunque dentro il lavandino,

di lei c’è un fatto che proprio non mi garba

davanti agli altri mi dice sei cretino.

Andrei avanti con mille e altri esempi

ma vi risparmio il mio quadretto famigliare.

La vera pace è un ricordo d’altri tempi

oggi il tempo lo passiamo a litigare.

Sarà che l’uomo esprime meglio la sua rabbia

con la persona che gli vive accanto

sfogarsi è come uscire da una gabbia

la società che ci reprime tanto”.

 

 

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