Home Le nostre rubricheIl diario di Sonia Quando devi fidarti del tuo istinto e quando no? Ne abbiamo parlato con Maurizio Lupardini e Fabio Canino

Quando devi fidarti del tuo istinto e quando no? Ne abbiamo parlato con Maurizio Lupardini e Fabio Canino

di Prisca Civitenga

Ospiti: Maurizio Lupardini, Fabio Canino, Claudia Conte

Istinto e razionalità, quando affidarsi all’uno e quando all’altro? Un tema coinvolgente scelto per l’ultima puntata di Io le donne non le capisco, il talk show del sabato condotto da Sonia D’Agostino.

Per parlarne abbiamo ospitato in studio l’amico e neuropsichiatra Maurizio Lupardini e in collegamento gli effervescenti Giulio Violati e Fabio Canino. Immancabile Alberto Laurenti con le sue incursioni musicali. Alla nostra comunità social abbiamo chiesto:

Quando devi fidarti del tuo istinto e quando no? Spesso il nostro corpo e la nostra mente ci lanciano dei segnali: come comprendere se seguirli?

La conduttrice Sonia D’Agostino parte citando quello che sembra essere un pregiudizio: “Si dice che le donne siano più istintive degli uomini, è così?” Risponde Maurizio Lupardini: “no non è così, uomini e donne sono parimenti istintivi”. Lo psichiatra spiega l’importanza dell’istinto: “molto spesso si pensa che l’istinto sia qualcosa di irrazionale, un buttare il cuore oltre l’ostacolo, invece il nostro istinto va proprio a ricercare le nostre passioni, le nostre volontà, i nostri voleri. Quando prendiamo una decisione quasi mai siamo liberi, perché siamo condizionati da quello che mi ha detto l’amico, il compagno o la compagna, dalle nostre abitudini e da quello che noi pensiamo possa avvenire in un futuro, ma attenzione, il futuro non dipende da noi, ma da variabili infinite. L’istinto è quel seme da cui nasce poi l’idea, quindi l’istinto, che molti dicono dovrebbe essere irrazionale, è in realtà la nostra parte più razionale. Con la ragione diamo dei binari a quello che abbiamo scelto, ma le vere scelte noi le facciamo con l’istinto”. Il seguire l’istinto però non deve diventare un “credo”: “l’ istinto è fondamentale, ci ha permesso di evolverci e di adattarci, però è importante che non diventi esso stesso un pregiudizio, perché se nella vita uso solo l’istinto ho già messo un muro. Molti adesso dicono: quello che voglio faccio e devo fare ciò che voglio. Ma il fare ciò che voglio non è che ti fa star bene. Bisogna ascoltarsi e capire quello che uno vuole fare e poi, dopo, metterlo un pochino sulla bilancia perché non è che viviamo nella giungla. E’ una mediazione tra il principio di piacere e il principio di realtà, alcune cose si possono cambiare immediatamente, altre, come il lavoro, no, ma è importante avere la consapevolezza che quella situazione ci sta creando disagio. La vera consapevolezza è data dal nostro istinto, perché lavora nel corpo e nella mente”. E’ necessario sapersi ascoltare: “l’istinto va ricercato dentro di noi, io dico sempre che nessuno ci può levare quel quarto d’ora di silenzio da soli con noi stessi, per sentire se qualcosa va male, cos’è che ci dice l’istinto? Più che parlare con noi stessi è un restare in ascolto, per poi capire e prendere decisioni”.

Il produttore Giulio Violati si dice una persona razionale, ma si pente di non seguire l’istinto: “sbaglio perché se mi fossi fidato dell’istinto avrei fatto meglio tantissime volte, tendo sempre ad usare la parte razionale, ma poi mi pento”. Per il musicista e compositore Alberto Laurenti: “l’istinto è la creatività, poi la razionalità è lo sviluppo di una cosa. Cerco di controllare l’istinto a favore della razionalità per non fare scelte sbagliate. Nella vita in generale ho paura ad affidarmi all’istinto, perché posso sbagliare per l’emotività, per debolezza, dopo aver ascoltato l’istinto mi affido alla razionalità per fare la scelta giusta”. Laurenti ci tiene a sottolineare che: “non bisogna per istinto dire parole che poi possono ferire per sempre chi le subisce” e coinvolge gli ospiti chiedendo se nelle liti si siano mai pentiti delle parole dette di pancia. Giulio Violati si definisce irruento e un po’ fumantino: “però poi mi rendo conto, sono un fuoco di paglia, alla fine chiedo scusa e poi, anche se hai ragione, ma sbagli i modi, passi subito dalla parte del torto. Uso la razionalità per capire i miei limiti e i miei sbagli, ci sto lavorando sopra!” Sonia D’Agostino nelle scelte importanti della vita riesce ponderare istinto e razionalità, ma nei contatti con le persone ritiene di aver sbagliato a volte: “sono una persona leale e diretta e dico le cose che penso. Alla mia veneranda età, mi rendo conto che, forse, essere eccessivamente onesti e diretti nel dire le cose ti si può ripercuotere contro. Anche quando l’intenzione è quella di aiutare una persona, le parole dirette possono non essere prese bene, vengono viste come un’offesa e non vengono ben interpretate. Ora conto fino a cinque prima di parlare”. Lupardini chiosa: “è l’istinto che ti dice che con quella persona qualcosa non va bene, poi come dirglielo, i modi e i tempi, quello spetta alla parte razionale”.

Viene chiamato in causa il secondo ospite, Fabio Canino, attore, scrittore e conduttore impegnato in questo momento nella tournée teatrale del divertente e colorato musical La piccola bottega degli orrori, in cui recita canta e balla al fianco di Giampiero Ingrassia e Belia Martin. Fabio Canino vota per il “team istinto”: “l’istinto mi ha aiutato tanto nella vita, poi ho fatto anche delle grandi cavolate seguendo l’istinto. Però sai, a volte quando conosci le persone e ti dici: no, questo non mi ha fatto niente, è educato e gentile, ma c’è qualcosa che non mi torna. Poi col passare del tempo scopri il perché l’istinto ti aveva dato questo segnale. Quindi sì io sarei più per l’istinto”. Un tema interessante quello delle sensazioni “a pelle” che lo psichiatra Lupardini spiega: “quando incontriamo una persona, in noi si risvegliano ricordi di altre persone che abbiamo incontrato nella nostra vita e che hanno lasciato un segno, ma c’è anche dell’altro, ci sono le sensazioni a pelle, la pelle è come se fosse la nostra antenna. Molto dipende dalle frequenze di energie che risuonano tra le persone. Faccio un esempio, il nostro cervello ha un campo elettromagnetico che arriva ad uno o due metri, il nostro cuore, invece, ha un campo elettromagnetico che arriva addirittura ad otto metri, avevano ragione i nostri antenati a dire senti con il cuore se quella cosa ti piace o no.” E Canino aggiunge: “è come se avessimo tutti una sorta di wi-fi psicologico, a seconda di chi abbiamo vicino lo riconosciamo come una persona che ci può essere amica oppure qualcuno da tenere a distanza”.

Nell’ultima parte della trasmissione c’è spazio anche per parlare di temi sociali con la scrittrice, attrice e imprenditrice culturale Claudia Conte che con la sua società Far from Shallow organizza eventi di sensibilizzazione sui temi della responsabilità sociale e dello sviluppo sostenibile. Il suo ultimo libro La legge del cuore. Storia di assassini, vigliacchi ed eroi è stato pubblicato in occasione del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, per rendere omaggio a Falcone, Borsellino e a tutte le vittime di mafia. I protagonisti sono due uomini, due “eroi” che Claudia Conte definisce così: “uno rappresenta l’eroe senza macchia e senza paura che diventerà magistrato per combattere la mafia, l’atro, invece, spinto dalle necessità della vita, si è macchiato, ha fatto dei compromessi che arrivano a chiedere il conto da pagare. Ci sono queste due leggi a confronto, la legge dello Stato, incarnata da uno dei due protagonisti e la legge del cuore incarnata dall’altro”. Il prossimo progetto dell’imprenditrice culturale riguarda le donne, è la mostra fotografica contro la tratta di esseri umani Nuns healing heartsche sarà inaugurata il primo marzo al museo MAXXI di Roma. Scatti della fotografa umanitaria Lisa Kristine che ritraggono le vittime, nuove schiave, accolte dalle religiose e dai volontari dell’associazione Talitha Kum. Immagini toccanti, racconta Claudia Conte: “ci sono anche gesti affettuosi delle suore e dei volontari che tutti i giorni aiutano queste ragazze a recuperare la propria dignità, una dignità perduta, perché sono ragazze che hanno perso tutto, anche il loro nome.”

Vi lasciamo come di consueto con la sensibilità di Luciano Lembo e la sua poesia La voce.

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