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Soffrite della sindrome di Superwoman o Superman? Ne abbiamo parlato con Corinne Cléry e Barbara Alberti

di Prisca Civitenga

Ospiti: Corinne Cléry e Barbara Alberti

Sono sicuramente due donne “toste” l’attrice francese Corinne Cléry e la scrittrice, sceneggiatrice e giornalista Barbara Alberti, ospiti di Io le donne non le capisco, il salotto del sabato condotto da Sonia D’Agostino insieme agli immancabili Alberto Laurenti, Loredana Petrone e Giulio Violati.

 

 

Il tema di oggi si presta a innumerevoli spunti. Questo il sondaggio proposto alla nostra community social:

Avete mai sentito parlare della sindrome della Superwoman o del Superman? Volete fare sempre tutto, non delegate (mai) e puntate alla perfezione? Non c’è il rischio che le persone intorno a voi si possano sentire escluse e iutili davanti a tutta questa intraprendenza?

La puntata inizia in maniera scoppiettante grazie al carisma e alla simpatia di Corinne Cléry che, intervistata da Sonia D’Agostino, esprime tutto il suo amore per l’Italia, dove vive ormai da cinquant’anni, e per gli uomini italiani. “Gli italiani hanno charme, sono chic, eleganti e spiritosi senza essere volgari. I francesi non sono chic per niente e portano i calzini corti”, scherza l’attrice, raccontando di quando, inorridita, beccò il regista Claude Lelouch, suo partner dell’epoca, con un calzino che lasciava scoperta la caviglia. Lodi all’uomo italiano che hanno ovviamente inorgoglito gli ospiti fissi Alberto Laurenti e Giulio Violati. Corinne Cléry si sente vicina alle Superwoman, perché è una donna attiva che fa da sola tantissime cose: cucina, cura le piante del suo casale in campagna, si carica i pesi, va sul trattore, di cui è gelosissima, ha aperto un B&B e ovviamente sul lavoro dà tutta se stessa. “Sono fiera di me”, afferma, “perché sono rimasta una persona per bene, malgrado il percorso di modella e poi quello nel cinema, che potevano essere scivolosi. Sono una persona che fa tutto e per questo ho dovuto fare delle rinunce”. E’ una donna di carattere Corinne Cléry che ha saputo domare Beppe Ercole, il grande amore della sua vita, noto playboy. “Si ma io ero una playgirl!” Ride di gusto l’attrice, scatenando l’ilarità generale. Ora Corinne è felicemente single da tre anni, si è “disintossicata”, sostiene, e, perché no, è pronta per una nuova avventura. “Gli anni non contano!”

 

 

Con Loredana Petrone si entra nel vivo del tema trattato oggi. “Le donne sono abituate ad essere multitasking”, spiega la psicologa e psicoterapeuta, “ma la donna con la sindrome della Superwoman si sovraccarica cercando di raggiungere la perfezione. E’ una persona che non chiede la collaborazione altrui e si fa carico di tutto, sia in famiglia, sia sul lavoro. Non ha abbastanza fiducia negli altri per delegare”, continua la psicologa, “bisogna, invece, imparare a delegare, sapersi affidare agli altri, è un percorso che si può fare, a piccoli passi”. Per quanto riguarda il contraltare maschile, il complesso di Superman si sviluppa soprattutto in ambito lavorativo, sottolinea Loredana Petrone, e si riferisce ad un uomo che vuole avere tutto sotto controllo. “Ma il controllo su tutto non si può avere” avverte la psicoterapeuta. Stress e relazioni sociali compromesse le principali conseguenze delle due sindromi.

Corinne Cléry ritrova con piacere Barbara Alberti, artefice del suo debutto teatrale con la sceneggiatura dello spettacolo “Donne di piacere”, in cui l’attrice francese ha recitato al fianco di Carmen Russo, Heather Parisi, Anna Kanakis e Franco Oppini. Parlando di teatro, Corinne Cléry sta per debuttare insieme ad Enzo Casertano nella commedia dai risvolti noir “I soldi, no” che sarà in scena dal 9 novembre al Teatro Roma e in seguito al Teatro Manzoni, sempre nella capitale.

Tornando al tema della puntata, per Barbara Alberti la donna è il somaro della società, il mulo che porta tutti i pesi, e nonostante ciò gli uomini hanno sempre da rimproverare. Non si sentono Superman Alberto Laurenti e Giulio Violati. Il produttore cinematografico al contrario vede sua moglie, Maria Grazia Cucinotta, come una Wonder Woman: “fa tutto lei”, confessa, “è un vero vulcano, un Diavolo della Tasmania!”

 

 

 

C’è spazio anche per parlare di attualità, commentando le notizie del giorno proposte da Sonia D’Agostino e riflettendo sulla società di oggi, sempre pronta a litigare, a cui piacciono i veleni: “siamo sempre in cerca di un colpevole da accusare”, afferma Barbara Alberti. Per Loredana Petrone il problema è l’estrema competitività, siamo sempre i rivali di qualcun altro. Basta Superman o Superwoman. Barbara Alberti pensa ad un “Maschio Madre” un uomo che sia capace di accogliere e di prendersi cura degli altri. Una qualità che non deve essere per forza femminile, quindi, apprezzata da tutti i protagonisti di Io le donne non le capisco.

 

Dopo l’ironica e irriverente intrusione di Padre Ramzy in apertura, anche la chiusura della puntata è affidata a Luciano Lembo, l’attore e cabarettista ci regala un’altra perla poetica legata al tema di oggi:

Con l’aria di esser sempre la più forte, fai tutto tu e lo fai perfettamente, ma le fragilità nascoste in cassaforte, di notte bussano incessantemente. Convinta che da sola farai meglio e che non hai bisogno di nessuno, vorrei aiutarti e puntualmente sbaglio, ogni mio gesto ti sembra inopportuno. Liquida presto i tuoi supereroi, imitarli è una corsa senza fine. Perfetta ed efficiente quanto vuoi, ma perdi il centro se non hai un confine. Dietro quella tua porta corazzata vedo lo sguardo di una bimba offesa, forse non si è sentita mai apprezzata. Tutto quel fare è solo una difesa.

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