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Violenza contro le donne. Il magistrato Maria Monteleone e la senatrice Valeria Valente: il nuovo ddl è un importante passo avanti.

di Prisca Civitenga

Ospiti: magistrato Maria Monteleone, senatrice Valeria Valente, avvocata Maria Milli Virgilio, genetista forense Marina Baldi, scrittrice Barbara Alberti.

 

 

Una puntata speciale quella di sabato 4 dicembre di Io le donne non le capisco, abbiamo voluto parlare di femminicidio e violenza sulle donne a modo nostro, cercando di lasciare qualcosa agli ascoltatori, e lo abbiamo fatto non il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, quando di parole ce sono tante, lo abbiamo fatto il giorno dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri del nuovo disegno di legge sulla violenza contro le donne. “Mi ha commosso che sia passata la proposta di questi sette ministri donne, grazie ad un Presidente del Consiglio illuminato. Quest’anno è il 3 dicembre la data da celebrare, potrebbe essere l’inizio di una nuova era”, così ha iniziato la trasmissione la conduttrice Sonia D’Agostino. Siamo partiti da un dato inquietante: l‘85% delle donne vittime di femminicidio non aveva denunciato le violenze subiteben il 63% delle quali non ne aveva parlato con nessuno, nemmeno con un’amica. La puntata è stata una sorta di “riunione operativa” per fare il punto sulla situazione e capire come agire concretamente per aiutare le donne maltrattate evitando che si arrivi al tragico epilogo. Ne abbiamo parlato con alcune ospiti eccellenti: Maria Monteleone già procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, coordinatore del pool antiviolenza e consulente della Commissione di Inchiesta del Senato sul femminicidio, la senatrice Valeria Valente Presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul femminicidio al Senato, l’avvocata Maria Milli Virgilio presidente dei Giuristi d’Italia, anche lei consulente della Commissione sul femminicidio, e Barbara Alberti, scrittrice, giornalista, sceneggiatrice e opinionista. Insieme a noi gli inseparabili Alberto Laurenti e Loredana Petrone. 

 

 

Il magistrato Maria Monteleone e la senatrice Valeria Valente condividono lo spirito del nuovo disegno di legge sulla violenza contro le donne. Il tratto più caratterizzante del ddl è quello di tentare di proteggere la donna e finalmente lo si fa attraverso interventi normativi al codice di procedura penale che imitando la libertà dell’uomo violento e non quella delle donne”, afferma la senatrice Valente. Nel nuovo pacchetto di norme: maggiore e più efficace utilizzo del braccialetto elettronicoestensione delle misure cautelative di prevenzione, fermo per gli indiziati e una possibile “sorveglianza dinamica” delle vittime. “La cosiddetta sorveglianza dinamica”, continua la senatrice, “non è particolarmente invasiva, si tratta di una voltante che ogni tanto passa sotto casa, è una misura a tutela della donna che non impatta così tanto come la scorta, sulla quale noi della Commissione abbiamo più volte espresso la nostra contrarietà”.

L’ex procuratore Maria Molteleone, consulente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio, auspica che le riforme proposte dal ddl non siano “a costo zero” come quelle del Codice Rosso che ha mostrato molte lacune.

Monteleone punta di nuovo i riflettori sul dato più eclatante emerso dall’indagine sul femminicidio presentata pochi giorni fa alla Commissione Parlamentare d’inchiesta del Senato: la violenza, nella maggior parte dei casi, viene vissuta in totale solitudine. “E’ inconcepibile che 85 donne su 100 siano state uccise senza che alcuna denuncia fosse pervenuta alle forze dell’ordinesottolinea il magistrato,  ma  ancora più sconvolgente è il fatto che 63 donne uccise su 100 non avessero mai raccontato a nessuno, nemmeno ad una persona vicina, quello che accadeva loro”. Monteleone si sofferma anche su un altro dato da non dimenticare: il biennio 2017/2018 ha registrato 179 orfani di femminicidio, un terzo di questi sono rimasti orfani di entrambi i genitori per il suicidio del padre assassino.

Cosa si può fare? Risponde l’avvocata Maria Milli Virgilio, presidente dei Giuristi d’Italia: “bisogna sempre rispettare la volontà della vittima, spetta a lei decidere se denunciare o no. Possiamo, però, anzi dobbiamo cercare di aprire un dialogo con la donna, darle sostegno, non farla sentire sola, cercare di farla aprire e prendere coscienza, spingerla a denunciare. Invitiamola a rivolgersi ad un centro antiviolenza, ad un avvocato, ad uno psicologo. Cerchiamo di aprire più canali possibili”. Solo il 9% delle donne uccise sono andate da un avvocato e solo il 2% si è rivolto ad un centro antiviolenza. Maria Monteleone aggiunge che in caso di violenza sui minori è necessario l’intervento di polizia o carabinieri. “I minori vanno tutelati sempre e comunque”.

 

 

La genetista forense Marina Baldi sottolinea che “l’offender ti isola, ti allontana dalla famiglia, con il tempo e con le scuse più varie, ti rende dipendente dal punto di vista economico. La donna pensa di non avere più una famiglia, non avere soldi e pensa magari ai bambini che vogliono il papà. La situazione è molto complessa e la manipolazione è sottilissima. Spesso la vittima si dà la colpa del comportamento violento dell’uomo”.

Dura la scrittrice e giornalista Barbara Alberti: “è una strage di donne e c’è una complicità generale terribile. Gli uomini ci ammazzano perché hanno paura di noi, della nostra libertà. Le pene non sono proporzionate alla gravità di questa strage, e non parliamo della religione cattolica, che ha tanto avuto paura e orrore delle donne da inventare le streghe. La strage delle streghe è stata una Shoah, e un po’ lo è anche questa. Manca un femminismo attivo, c’è un femminismo solo di facciata. Io ho sempre sognato uno sciopero delle donne. Se un giorno ci fermassimo, basterebbe una piccola percentuale, il 30% delle donne, fermeremmo il mondo”.

C’è ancora molto da lavorare dal punto di vista culturale, per abbattere pregiudizi e stereotipi di genere, concordano tutte le ospiti di Io le donne non le capisco. L’importante è parlarne e porre l’attenzione sulla questione. Marina Monteleone sottolinea un dato interessante: “il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il centralino del 1522, il numero antiviolenza e stalking ha ricevuto ben 900 chiamate in sole 24 ore, significa che fare informazione e diffondere messaggi corretti aiuta”.

Siamo ottimisti e confidiamo nelle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi, secondo il quale la tutela delle donne è una priorità assoluta per il Governo che si impegna a stanziare nuove risorse. “Questo potrebbe essere davvero un nuovo inizio“, conclude Sonia D’Agostino.

Come si consueto vi lasciamo con la perla poetica del nostro amico Luciano Lembo, buon ascolto!

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