Oggi è il giorno contro la violenza di genere. È un giorno che è stato ideato per riflettere e per fare il punto della situazione. Decine di incontri e di dibattiti. Tutti, oggi, parlano.
Devo dire che io non amo questo tipo di festeggiamenti, mi sembra che la categoria o l’idea “festeggiata” siano invece più ghettizzate da frasi fatte e manifestazioni organizzate da gente a cui piace solo apparire. La difesa delle vittime si fa ogni giorno, con l’impegno, con la fermezza, con la formazione capillare a chi deve capire come difendersi. La diminuzione dei reati di questo tipo, mi dispiace, ma non dipende dalle istituzioni, dai proclami, dalla legge anti stalking che non protegge proprio nessuno. Capisco che chi ne fa parte difenda la categoria, ma purtroppo non è così. Nessuno o pochissimi aiutano e credono alle vittime di violenza. Sono rarissime le persone che sanno trattare nel giusto modo queste realtà, senza scadere, in fondo in fondo, nel “se lo è cercato” o nel “dipende dall’istinto primordiale”. Ciò che deve cambiare è la cultura del rispetto e del sentimento che non esistono più. Il primo luogo dove andrebbero insegnanti è la famiglia, perché siamo noi genitori i primi responsabili di cosa saranno i nostri figli. I bimbi che nascono sono come le tavolette di argilla su cui va scritto cosa saranno nella vita. E siamo noi genitori, in primis, a scrivere, seguiti poi dagli eventi e dalle altre persone che si incontreranno, ma tutto sarà sempre mediato dai messaggi d’amore iniziali trasmessi da noi. Oggi non è una festa, ma un giorno in cui riflettere e in cui ricordare le tante vittime innocenti di questi tragici eventi. Ciò che invece mi auguro è che la giornata contro la violenza sia di 365 giorni all’anno.
Violenza contro le donne, Marina Baldi: legge antistalking non protegge nessuno
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