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Fa più male una sberla o una battuta molto infelice? Ne abbiamo parlato con Barbara Alberti, Marina La Rosa e Andrea Sannino

di Prisca Civitenga

Ospiti: Barbara Alberti, Marina La Rosa, Andrea Sannino, Silvia Signorelli

Lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock durante la cerimonia degli Oscar ha monopolizzato l’attenzione per diversi giorni e continua a far parlare di sé. A Io le donne non le capisco, il salotto del sabato condotto da Sonia D’Agostino, abbiamo preso spunto da quest’evento evento eclatante per parlare di aggressività fisica e verbale, odio sociale, bullismo, body-shaming, invidia e ovviamente rapporti uomo-donna. Per farlo abbiamo invitato due donne vulcaniche, Barbara Alberti e Marina La Rosa e il cantante Andrea Sannino, ai quali si è aggiunto il parere di chi lavora dietro le quinte del mondo dello spettacolo, Silvia Signorelli, a capo di uno degli uffici stampa più importanti dello spettacolo e del teatro. Immancabili gli amici di sempre: Loredana Petrone, Giulio Violati e Alberto Laurenti.

Durante la settimana abbiamo lanciato un sondaggio alla nostra comunità social per capire gli umori del pubblico:

Uno schiaffo agli Oscar divide il web e non solo… Fa più male una sberla o una battuta molto infelice?

Dalle risposte ricevute è emerso che il 55,3% dei nostri ascoltatori è dalla parte di Will Smith, il 13,8% pensa che Will Smith avrebbe dovuto rispondere a parole, mentre il 23,4% sostiene che abbiano sbagliato tutti e due, infine un 7,4% della nostra comunità social crede che la questione sia tutta una farsa, orchestrata per farsi pubblicità. Nessuno ha giustificato le parole del comico Chris Rock.

Cosa ne pensano i nostri compagni di avventura? La psicologa Loredana Petrone: “sono dell’avviso che qualsiasi forma violenza, sia verbale, sia psicologica, sia fisica, di fatto è dannosa. Ritengo che la reazione di Will Smith, nel tirare lo schiaffo, è stata eccessiva, però anche la battuta di Chris Rock è stata non generosa. Tu non sai quale criticità ci possa essere dietro ad una donna con il capello corto. Credo che la comicità, l’ironia ad ogni costo è qualcosa di sgradevole, anche se sei un comico”. Dello stesso avviso il musicista e compositore Alberto Laurenti: “sono due forme di violenza tutte e due assurde e condannabili. Diverse, nel senso che secondo me lo schiaffo si scorda prima, una violenza verbale, un’offesa su un problema fisico di questo tipo, è difficile da dimenticare. Sono comunque due cose assolutamente condannabili, non doveva succedere né una né l’altra.” Il produttore cinematografico Giulio Violati aggiunge degli elementi di riflessione: “per me un comico che fa ridere sui problemi degli altri non fa ridere, perché il comico deve fare autoironia, deve prendere in giro sé stesso per essere veramente un comico. La seconda cosa che penso è che gli attori hanno spesso un ego e una vanità importanti. Secondo me Will Smith ha sicuramente avuto una botta di rabbia, gli si è chiusa la vena, ma nel fondo del suo cuore c’era anche il pensiero che l’azione sarebbe rimasta per sempre, perché una cosa del genere è successa e non succederà più, paradossalmente è un po’ come la testata di Zidane a Materazzi ai mondiali, sei davanti agli occhi di tutto il mondo, fai una cosa eclatante perché quella cosa soddisfa, più che il desiderio di giustizia, il tuo ego, Questo è il mio pensiero. C’erano mille modi per far sentire Chris Rock piccolo piccolo dopo una battuta infelice, oltretutto il comico ne aveva già fatta un’altra qualche tempo prima sempre sulla moglie di Smith, quindi, forse, c’erano antiche ruggini. Però quando sei in mondovisione e sei anche un personaggio pubblico, una persona di riferimento per gli altri, non le puoi fare queste cose. Dico una cosa romana: je meno dopo a luci spente se proprio te se chiude la vena. Queste azioni eclatanti in negativo hanno anche una componente di egocentrismo e vanità”.

Prima di esprimere la sua opinione la conduttrice Sonia D’Agostino legge il lungo post pubblicato su Instagram dall’attore Claudio Santamaria, una riflessione profonda che la trova completamente d’accordo, vi proponiamo un estratto:

Il palco degli Oscar è il palco più famoso del mondo e Will Smith ha dato un pessimo esempio.
Chris Rock invece che esempio ha dato al mondo, ai ragazzi?
Che si può scherzare su tutto e si può prendere in giro una persona che soffre per una malattia, una malattia che porta con sé un’estetica non facile da accettare, magari, per quella persona.
Quindi, quando a scuola un bambino, un ragazzo, verrà preso in giro perché completamente glabro o per chissà quale altra patologia esteticamente evidente noi gli diremo: non è bullismo, ma satira, accettalo! Chris Rock sul palco degli Oscar ha sdoganato il cinismo. (…) E se avesse scherzato sull’olocausto del popolo ebreo? Se avesse preso in giro gli omosessuali? Se avesse fatto umorismo sui malati di Alzheimer, sulla guerra? Sarebbe stato lecito oppure no? È il numero delle persone coinvolte nello scherzo che lo rende legittimo? Più persone possono restare offese meno è lecito lo scherzo? (…) Chris Rock ha dato un pessimo esempio, nella notte degli Oscar, perché ha sparato sulla croce rossa, invece che sui carri armati”.

Secondo Sonia D’Agostino: “Claudio Santamaria ha detto ha detto delle cose molto giuste. Tutti ad accusare Will Smith che non doveva fare quello che ha fatto, però è possibile che tutti difendano il povero comico si è trovato in difficoltà? Per altro, la cosa più grave è che il comico l’altro giorno ha detto che sta ancora cercando di elaborare quello che è successo, deve elaborare invece quello che ha fatto lui. Rock ha anche affermato che queste battute erano pronte già da tre giorni, quindi è chiaro che l’Academy ne era a conoscenza e ritengo che questa cosa sia ancora più grave.” La conduttrice si sofferma ad immaginare l’aspetto psicologico di Jada Punkett Smith, quello che deve aver provato prima e durante la fatidica data del 27 marzo, il dover essere in mondovisione a fianco del marito candidato all’Oscar. Le aspettative, la tensione dei preparativi, il red carpet, il desiderio di presentarsi al meglio, per sé stessa e per l’uomo che ha accanto. Poi, durante la cerimonia, all’improvviso la battuta inaspettata: “ma questa battuta non pesa più di uno schiaffo? Per me è una grande pugnalata su una ferita sanguinante. Poi, come si dice in gergo ? A Will Smith gli si è tappata la vena? Forse non si è reso conto, e non è comunque da giustificare, però vi devo dire che secondo me il colpevole maggiore è il comico, che adesso, invece, viene fuori come il grande martire. Non solo, si dice che tutte le serate del suo spettacolo teatrale dal 27 ad oggi hanno registrato il sold out, quindi ha avuto gran parte del pubblico a suo favore”.

Sull’argomento interviene la scrittrice Barbara Alberti che con sarcasmo dice di rallegrarsi a parlare di cose superficiali mentre il mondo rischia l’estinzione tra il Covid e l’escalation della guerra in Ucraina: “Però dato che tutto questo solleva un momento serio, sul rapporto tra uomini e donne, è giusto parlarne. Primo, non mi piace che tutto oggi si risolva con la violenza, perché tutto è violenza, le parole sui social, i rapporti, la guerra, e quindi io trovo che sia sempre illegittimo menare le mani, a meno che non sei aggredito e ti devi difendere. Secondo, io mi appello alla donna delle caverne che è in me, se il mio uomo mi difende, non parlo dello schiaffo, ma se mi difende sono contenta, non mi sento diminuita come donna, penso che lui è dalla mia parte, mi vuol bene. Quando il tuo uomo non reagisce se vieni offesa, si crea una frattura eterna, perché tu sai che non puoi contare su di lui, che non è veramente dalla tua parte. E comunque l’alopecia è un dramma, non credo che la battuta fosse offensiva, perché il soldato Jane è simbolo di bellezza, non è una racchia, però se è una cosa di cui hanno sofferto tutti e due, Will Smith e la moglie, tu non fai una battuta in mondovisione!”

Sonia D’Agostino nota che ci sono tante femministe che se la sono presa con la moglie di Smith, dicendo che si sarebbe dovuta difendere da sola e Barbara Alberti è lapidaria: “le femministe devono stare zitte, per favore, perché stanno usando i metodi degli inquisitori, quando si usano i metodi dell’avversario sei perduto. Fanno la censura sulle parole, fanno la censura su tutto, al posto di fare qualcosa di concreto. Delle femministe non ne parliamo, perché in Italia non ci sono, le uniche sono quelle che in politica o nel quotidiano si adoperano veramente per un’evoluzione della donna. Le altre dicono solo stupidaggini antirivoluzionarie, oltretutto sono delle reazionarie pazzesche, a noi donne ci hanno bruciato come streghe e adesso accendiamo noi i roghi? Le femministe di oggi sono pura vanità mediatica”.

Poche persone riescono a essere felici senza odiare qualche altra persona, nazione o credo. (Bertrand Russell).

Con questa citazione si arriva a parlare degli haters, degli odiatori, di cui è pieno il mondo del web. Per Loredana Petrone: “alla fine diventa modo per scaricare sé stessi e il web consente una dimensione di disinibizione, nel senso che la gente si sente tutelata da una dimensione di anonimato. Si chiamano leoni da tastiera perché sono aggressivi, ma probabilmente nella vita di tutti giorni non lo sono assolutamente. Paradossalmente si sfogano, ma quello che dicono rimane e loro non hanno percezione del danno che agiscono sugli altri, non hanno contezza del male che stanno provocando. Lo schermo garantisce tutto ciò e nel momento in cui lo si spegne l’hater è come uscito videogioco, non ha percezione che al di là persone continuano a soffrire.”

Barbara Alberti con sagacia aggiunge riflessioni: “tutto deriva dal fatto che non siamo più uomini, ma consumatori. Gli ammiratori delle star, per esempio, oggi sono diventati invidiosi, perché ti hanno fatto credere con il web, che fa tutti protagonisti, che tu sei migliore di loro e dovresti essere al suo posto. E’ invidia questa, tutti credono di essere protagonisti, il consumismo ti fa credere di essere protagonista perché acquisti, ma non è vero, è una balla. Poi non c’è più Dio, non c’è più l’arte, non c’è più lo spirito, rimangono solo le rozze voglie, torna la clava, per darla in testa al prossimo. Tu devi sopraffare qualcuno, per questo non mi piace il cazzotto di Will Smith, mi piace come difesa, ma non come cazzotto, perché si risolve tutto così, tu devi essere re del mondo. E’ un mondo di esaltati disperati, perché senza spirito non c’è neanche la carne, anche il sesso è diventato uno scambio per lo più da lontano, per cui quando vedi una donna vera scappi, o la violenti, perché è una sconosciuta, è un’immagine che deve rimanere piatta. E’ una competizione bruta tra zombi, ho paura di questo mondo francamente.

Interviene la promoter Silvia Signorelli che da numerosi anni lavora dietro le quinte del mondo dello spettacolo e di situazioni al limite ne ha viste molte: “la reazione di Will Smith è stata spropositata, ma lui ha reagito d’istinto dopo aver visto reazione della moglie, se la battuta l’avessero fatta a lui credo che non avrebbe detto nulla. Il mondo dello spettacolo è pieno di egocentrici, ma una sana invidia aiuta anche a migliorarsi, se non diventa un’invidia malata che porta a chiudersi in sé stessi o a generare malessere. Sono invidiosi sia donne, sia uomini. Le donne purtroppo sono ancora focalizzate sulla bellezza, sull’aspetto fisico, non solo nel confronto verso le altre, ma anche verso sé stesse, faticano ad accettarsi. Gli uomini invece puntano più sulla bravura, sull’arrivare, sul successo, magari invidiano qualcuno meno dotato che però sa vendersi meglio.

Per Marina La Rosa, grande amica di Io le donne non le capisco: “l’invidia sana non esiste, posso essere ispirata da qualcun altro, l’ammirazione motiva, l’invidia è negativa. Sul delirio dello schiaffo agli Oscar posso dire che io di base sono una persona ironica e autoironica, ho sempre scherzato sui miei drammi, e ho fatto battute alle mie amiche anche su malattie gravi ed è sempre scattata la risata. Si chiamano ironia, sarcasmo e cinismo, agli Oscar hanno riso e hanno scelto un comico un po’ forte proprio perché facesse ridere. Anche Will Smith ha riso all’inizio. Vi racconto che anche io ho subito un’aggressione verbale da parte di una persona, c’era mio marito, mi sarebbe piaciuto che mio marito intervenisse, ma poi abbiamo parlato, io mi sono difesa bene ed è giusto che l’abbia fatto da sola. Non è accettabile che tuo marito si alzi e prenda a schiaffi una persona, poi consideriamo il contesto, non va bene neanche se accade al supermercato, men che meno in diretta mondiale agli Oscar, è giusto che poi Will Smith si sia dimesso dall’Academy Award”.

L’ultimo ospite è un altro fedele amico della trasmissione, il cantante Andrea Sannino che Sonia D’Agostino definisce “l’uomo più buono che conosca”, anche lui commenta il ceffone più chiacchierato del momento: “parto dal complimento dell’essere buoni, chi lo sa se proprio i buoni, non so come si comporti nel privato Will Smith, però chi lo sa se nel momento dell’esasperazione, nel momento in cui ti senti in un angolo, in mondovisione, una battuta così forte su tua moglie, chissà se proprio il buono, poi, ha la reazione maggiore. Si dice sempre mai stimolare un buono che tace, che poi all’improvviso esplode così, con un gesto che comunque va condannato, perché la violenza va condannata sempre, ma ritengo gravissima la battuta di Chris Rock. E’ un argomento che ci fa ragionare sull’abitudine di tanti comici, anche italiani, di prendere in giro il pubblico. Molti lo fanno, se si è magri, se si è grassi o calvi, uno dovrebbe capire o immaginare che tu non sai perché in quel momento quella persona è grassa, perché è magra, e quindi dovrebbe evitare proprio questo tipo di battute. Per citare qualcuno, Massimo Troisi non ricordo che abbia mai fatto una battuta sull’aspetto fisico di un suo attore”.

Come di consueto vi lasciamo un’ultima riflessione, con la poesia di Luciano Lembo L’offesa.

 

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