Mentre la lingua parlata si adegua all’evoluzione sociale la moda reinterpreta gli stili degli anni che furono e continua a parlare con il proprio linguaggio
Si è concluso il periodo delle settimane della moda, quando gli stilisti più importanti al mondo presentano le collezioni a New York, Londra, Milano e infine Parigi. Durante la fashion week di Milano i giornali e le tv dedicano sempre molto spazio all’evento, utilizzando spesso parole e modi di dire comunemente usati dagli addetti ai lavori ma di cui gli altri ignorano il significato, pur avendole sentite ripetere decine di volte. Molte volte si tratta di termini inglesi, a volte perché effettivamente non esiste una parola corrispondente in italiano, altre per rendere semplicemente più cool il concetto.
La moda da sempre attinge alla lingua comune per ridare significati alle forme dell’uso quotidiano e impiegarle come tecnicismi: da quello militare: sfilata; da quello gastronomico: cappello pan di zucchero; da quello enologico: vintage; da quello sportivo: golf e polo.
Ogni stagione nascono tuttavia, parole nuove per indicare nuove tendenze, accessori, capi e modi di portarli.
Alcune tra le piu’ usate:
Décolleté open toe
Sono le scarpe con il tacco alto o basso con un foro sulla parte davanti, dal quale si intravedono le dita del piede.
Tango shoes
Sono le scarpe usate solitamente per il tango. Hanno il tacco non troppo alto né troppo grosso, ma si caratterizzano soprattutto per avere un cinturino attorno alla caviglia.
Clutch
Sono le borse piccole che si portano a mano, usate soprattutto di sera.
Ankle boots
Con la parola boot, che in inglese vuol dire scarponcino, si indicano anche in italiano diversi tipi di stivaletti. Gli ankle boots, in particolare, sono gli stivaletti con tacco alto o basso che arrivano alla caviglia.
Jorts
Sono i pantaloni corti di jeans, quelli che si comprano già corti o quelli che si ottengono tagliando i pantaloni lunghi. La parola è l’unione di jeans e shorts.
Double Denim
Il look tutto di jeans (anche diversi lavaggi) è tornato di moda come negli anni Novanta e si chiama double denim.
Geek chic
I geek sono le persone molto appassionate di tecnologia e informatica e gli abiti, la cultura e il look associato o ispirato a queste persone vengono definiti geek chic.
Nude look
Sono gli abiti molto trasparenti, spesso di pizzo e di organza, che lasciano intravedere il corpo. Può essere considerato un nude look anche una giacca portata senza niente sotto, come spesso accade alle sfilate.
Stile granny
Si usa per indicare un modo di vestire o anche di portare i capelli ispirato ai look delle nonne, quindi gonne lunghe, cardigan abbondanti e capelli decolorati di grigio. Deriva dalla parola inglese grandmother, che vuol dire appunto nonna.
Jeans cropped & flare
Sono un modello di jeans corti alla caviglia (cropped) e leggermente scampanati (flare), ovvero un po’ a zampa di elefante.
Strapless
Abiti, lunghi o corti, senza spalline o alcun tipo di sostegno, che si appoggiano al seno.
Midi
È l’abbreviazione di “midi skirt”, ovvero la gonna ampia e lunga fino a sotto al ginocchio. Può essere a ruota o ricca di pieghe.
Skinny
In inglese la parola skinny vuol dire magro, smilzo e nell’abbigliamento di oggi è utilizzata anche per indicare i pantaloni, soprattutto jeans, molto stretti e aderenti.
Slim fit
Viene usato per indicare una vestibilità molto aderente di maglie, camicie e anche giacche, sia da uomo che da donna. Oltre che nei giornali e nelle riviste, la parola slim fit si trova spesso anche nelle etichette dei vestiti, proprio per indicare che vestono stretto.
Concludo con una citazione di Coco Chanel:
La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo, nella strada, la moda ha a che fare con le idee, il nostro modo di vivere, che cosa sta accadendo
Marta Sannito