181
“Ci sono due cose di cui non ne hai mai abbastanza. Buoni amici e buone scarpe”
Sarah Jessica Parker – Carrie Bradshaw in Sex and the city”
Noi di Io le donne non le capisco, in questo sabato spensierato, parliamo di seduzione passando dalle… scarpe, attraverso le parole sempre ironiche di Paolo Picilli D’Alessandro.
—————–
Se pensate che la storia d’amore per eccellenza, con la quale ognuno di noi ha conosciuto il sogno, Cenerentola, sia casualmente incentrata sulla scarpetta, beh sbagliate!
L’amore di una donna passa per le sue scarpe che, proprio come quella lasciata sulla scala Reale, rientrando dal ballo, parla e dice tutto sulla bella Cinderella, tanto da essere ritrovata e ammessa a palazzo per tutta la vita.
Certo, ora non illudiamoci, perché nella vita di tutti i giorni la bella scarpetta viene sempre più spesso lanciata in fronte al fidanzato come segno di dissenso o disapprovazione. Ma resta comunque simbolicamente uno strumento comunicativo esemplare del carattere. A parer mio, lacerare con un tacco a spillo il malcapitato non ha nulla a che vedere con la contusione da colpo di suola di sneakers. Certo, questione di gusti, che dal lancio al risultato finale dice moltissimo… il lancio della decolletè per esempio parte dalla presa del tacco mentre la sneakers si lancia afferrandola per la punta, il che rende il gesto molto meno femminile!
Ognuna di noi è una piccola Imelda Marcos in casa sua.
Se Il quotidiano britannico Daily Mail si è divertito stilando una piccola inchiesta che rivela come il 92% delle intervistate abbia ricordato il primo paio di scarpe acquistate con i propri risparmi, mentre solo il 63% sia riuscito a mettere a fuoco il nome del ragazzo a cui ha dato il primo bacio, un motivo ci sarà.
Anche io rientro ampiamente nella categoria di shoesaholic, superando ampiamente le 60 paia di scarpe, custodite per altezza decrescente in una specie di bacheca che è cresciuta fino ad arrivare al soffitto dove dormono indisturbati moon boot dal pelo morbido. Unica accezione insieme alle scarpe da runner che mi ricordano il “raso terra”. Beh viste le mie attitudini e il mio peso in eterno conflitto con la bilancia è facile dedurre che sono le meno usate e che il mio luogo di realizzazione femminile trova supporto dal tacco dieci in su. Il mio “top of the rock” lo raggiungo su quelle tacco 16 che regnano sovrane al primo ripiano della scarpiera!
Assolutamente abolite le vie di mezzo: le sneakers con tacco incorporato sono assolutamente OUT. Trasmettono il peggiore dei messaggi del tipo “vorrei ma non posso”. Peggio di questo c’è solo la Birkenstock che, oltre il saio francescano, non può accompagnare. Sinonimo di depressione e decadenza da abbandono c’è l’espadrillas che ho perdonato solo ad Imelda Marcos in fuga dai rivoluzionari, ma solo perché si trattava di mettere in salvo la vita!
Un sandalo fa primavera, ma solo se si ha una pedicure impeccabile… per tutto il resto, per non sbagliare, mantenete fede ad una Manolo Blanik e nulla sarà inarrivabile.
A differenze degli abiti che, visti a terra, altro non sono che stracci le scarpe sono belle anche da sole… anche solo da contemplare.
La parabola stessa del matrimonio è raccontata da un paio di scarpe. Tuo marito lo conquisti sempre e solo su un tacco a spillo, lo gestisci con un tacco 7 e poi… quando sei stanca di lui o ripassi al tacco 12 per una sostituzione o ti arrendi alla ballerina e non se ne parla più.
Un minuto di silenzio, la ballerina è un minuto di silenzio.
Continua a seguirci: