Home Lei e luiCoppia e Famiglia Ma non dovevamo uscirne migliori? Michela Quattrociocche e Lidia Schillaci ci raccontano il loro anno in pandemia

Ma non dovevamo uscirne migliori? Michela Quattrociocche e Lidia Schillaci ci raccontano il loro anno in pandemia

di Sonia D'Agostino

Ma non dovevamo uscirne migliori? Siamo ancora in pandemia, iniziamo a tirare le somme: ci ha fatto bene stare più tempo in famiglia? 

È questo il tema su cui ci siamo interrogati questa settimana sulla nostra pagina Facebook di Io le donne non le capisco, ed è ciò di cui abbiamo discusso insieme a Michela Quattrociocche, Lidia Schillaci e Paola Picilli.

Lidia Schillaci dopo un mese di positività al Covid, ci rivela che “sono finalmente tornata negativa. Il percorso per chi ha avuto il Covid è difficile da spiegare fisicamente è dura, fortunatamente non ho avuto gravi problemi, ma psicologicamente è stata durissima, forse anche il terrorismo psicologico non aiuta molto a tirarsi fuori dalla malattia. Quando si tocca il fondo, si può sempre risalire. Dobbiamo trovare dentro di noi la forza. Bisogna essere molto altruisti, ci vuole tanta pazienza ma spesso la perdi. Abbiamo discusso, ma la cosa che ho capito è che bisogna mettersi anche nei panni dell’altro. Io noto che delle giornate mi sveglio con il piede giusto. In questo momento siamo tutti i fermi, soprattutto per noi cantanti, infatti dovevo andare in Rai e invece non l’ho più fatto perché sono risultata positiva al Covid e queste sono occasioni perse, ho perso l’occasione di poter lavorare. Però ho scritto tantissimo e spero di far uscire qualcosa quest’estate. Personalmente mi sento migliorata, anche se la situazione sta portando disperazione, il mio settore è fermo da febbraio, siamo quelli dimenticati, questo settore si deve reinventare. Stare troppo chiusi dentro sé stessi è disorientante, diventa poi faticoso ritrovarsi. La cosa che più mi preoccupa è che non si sopporta più l’altro, c’è un odio-amore pericoloso. Noi siamo fatti per stare insieme.

Il mio rapporto con le donne? Mi sono trovata bene con molte donne che avevano consapevolezza del loro know-how, con queste donne ho instaurato amicizie che continuano nel tempo. Mentre mi è capitato di ricevere tantissima invidia da donne che si fanno una opinione di te a primo impatto e alle quali non interessa conoscerti in profondità. Tra donne c’è antagonismo femminile. Nella lotta ai diritti delle donne si dicono ovvietà e si fa poco, tra donne bisognerebbe aiutarsi di più”. 

 

Michela Quattrociocche ci racconta il suo anno: “È stato un anno duro, a livello lavorativo ed emotivo. Sono appassionata di viaggi, questo è stato il limite più grande. I buoni propositi mi ricordano quello che si dicono alla fine dell’anno che poi il giorno dopo ce li siamo già dimenticati. Sono una persona pigra, ma quest’anno mi sono molto impigrita. Sono attenta alle regole e ho paura di contrarre il virus, sono terrorizzata. La bellezza conta, ma la personalità fa molto di più. A volte la bellezza è penalizzante. Per il mio lavoro lo è, non sono stata scelta per tanti ruoli perché avevo il viso troppo perfetto. La competizione e l’invidia fa parte del mondo, non solo al mondo dello spettacolo. È una cosa brutta ma credo sia innata”. 

 

 

Paola Picilli, Amministratore Delegato di Fluendo, ci racconta con una sagace ironia quello che le è capitato durante il lockdown: “dopo 16 anni di matrimonio, il Covid ci ha portato anche questo: mi sono separata da mio marito. Forse è finita per il troppo amore. Ora inizio a coccolarmi di più, ora ho smesso si dare e inizio ad essere una persona, ho scelto la strada della pace. Mi ha lasciato dicendomi che è cambiato il sentimento. Nonostante il lockdown non mi sono persa d’animo e ho iniziato a cercare un’altra casa. Il problema è mia figlia, adolescente, che pensa che sta andando a vivere con una compagna. Nell’organizzare il trasloco ho buttato un sacco di cose, e posso dire che è catartico”.

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