Non si potrà mai capire il significato recondito che ha per noi donne il cambio di stagione. Perché gli uomini, salvo le dovute eccezioni, tendono a essere più basici: ripongono l’estivo, tirano fuori l’invernale, lasciano nei cassetti qualche t-shirt perché “non si può mai sapere” ed il gioco è fatto. Per noi donne invece è cosa ben diversa. Si tratta di un vero e proprio percorso esperienziale che può arrivare ad essere emotivamente devastante.
Tanto per cominciare, per noi è un’operazione che si compie in più fasi. Ogni tanto si ripone qualcosa, ogni tanto si va alla ricerca di qualcosa. Ma sono le prime piogge ad imporre il giorno, quello della chiusura definitiva della “pratica” vestiario. E allora ecco pronunciare la fatidica frase: domenica bisogna fare il cambio di stagione. Ed ecco di rimbalzo la fatidica risposta del marito, compagno, convivente o amante che sia, con aria piuttosto seccata: ma non l’avevi già fatto qualche tempo fa?
No, quello era poca cosa.
Ed è proprio quando si comincia a tirar fuori la roba dagli armadi che si viene pervasi da un senso di sconforto e di inadeguatezza, dove l’io razionale – ma che ci fai con quelle maglie che non metti da una vita e che solo a guardarle ti viene il voltastomaco? Regalale o vendile, no? – non riesce ad avere il sopravvento sulla parte più fragile di te – Nooo è un peccato, se poi fa molto freddo e ne ho bisogno come faccio? – E poi ecco comparire quei due, tre vestiti carini, che per hai messo “troppo” e non se ne può più… Per non parlare poi della conta di quello che ti entra e quello che ti stringe in vita, ma puoi sempre dimagrire, di quello che non va più tanto di moda ma non si sa mai, di quello che non entusiasma, ma è ancora mettibile. E poi eccolo li, il capo che grida vendetta spuntando fuori ancora con il cartellino, per la serie ma come ti è venuto in mente di comprare un vestito del genere? Che ci volevi fare? Dove pensavi di presentarti cosi combinata? E quelle scarpe? Ma vai, su! Questo si che è buttare i soldi, sei proprio una stupida.
Ma adesso basta, si cambia registro e principalmente bisogna prendere una decisione definitiva: cosa si fa con tutta questa roba che invade gli armadi, che non c’è più un centimetro libero? Tutto sommato lui ha ragione a lamentarsi quando dice che la casa è invasa dalle mie cose e che gli è rimasto solo un “buco” dove incastrare i suoi vestiti. Uffa’! Che si fa? E’ uno stress decidere cosi, alla leggera, tutto e subito. Mica è facile sentirsi pronti al grande strappo, dopotutto quei vestiti rappresentano un po’ la storia della mia vita. E allora sai che ti dico? Per ora si lascia tutto li, poi l’anno prossimo se Dio vuole si vedrà. Intanto, appena ho un po’ di tempo libero vado a comprarmi qualcosa. Cavolo, siamo a novembre…..ma è possibile che non c’è mai niente da mettersi?!