Hai mai il dubbio di aver sbagliato tutto (sia nella vita che nel lavoro), hai mai la sensazione che gli altri non abbiamo una reale percezione di quello che sei, ti capita di proiettare sugli altri i tuoi valori e rimanerne deluso/a? Ti senti mai sopraffatta/o dal giudizio degli altri?
È questo il tema su cui ci siamo interrogati questa settimana sulla nostra pagina Facebook di Io le donne non le capisco, ed è ciò di cui abbiamo discusso in studio insieme ai nostri ospiti Laura Rossi e Lucia Bosi.
Se qualcuno ha dovuto dolorosamente imparato a gestire il tutto o chi negli anni è riuscito a capire il proprio imprinting. Bisogna mettersi in discussione e imparare a conoscersi, volgere lo sguardo dentro di sé per scoprire un mondo sconosciuto. Le persone soffrono della sindrome Dunning-KRUGER, un’alta percezione di sé spesso distorta. Nessuno ne è esente.
C’è chi ha sempre lottato per realizzare i propri sogni, incurante del giudizio altrui, non si è mai abbattuta difronte alle avversità della vita e dal dolore ne è uscita rafforzata. Bisogna credere in se stessi e nei propri valori, senza appoggiarsi a nessuno.
Laura Rossi formatrice professionale, consulente e coach si spiega che “il coaching è uno strumento che consente alle persone di indossare dei nuovi occhiali attraverso i quali osservare la realtà. E attraverso questa diversa prospettiva possono nascere delle nuove azioni che portano a nuovi risultati.
il coaching fa in modo che le persone trovino da sole le loro risposte, trovino le loro nuove azioni attraverso questo cambio di prospettiva. Il coach è un mezzo di trasporto per passare da situazione attuale a quella desiderata andando a rimuovere gli ostacoli in mezzo a questo cammino. Non parliamo mai giusto o sbagliato ma utile per raggiungere gli obiettivi.
Gli uomini sono più diretti, le donne tendono ad aspettarci che l’altro interpreti le nostre esigenze e le aspettative senza fare niente in termini di richieste concrete per far capire all’altro ciò di cui abbiamo bisogno. Ci si deve chiedere che cosa posso fare di diverso per fare capire quali sono le mie esigenze invece di proiettare il nostro sugli altri? È utile spostare la conversazione dall’essere al fare.
Quello che sei veramente è molto di più dei tuoi comportamenti. I nostri comportamenti non sono il nostro essere e quello che percepiscono gli altri è l’effetto dei nostri comportamenti. Il non distinguere il fare con l’essere ci porta a riflessioni che non ci aiutano.
Il coaching viene visto come qualcosa che serve al raggiungimento del benessere, perchè nel momento in cui noi siamo connessi con i nostri bisogni, li sappiamo esprimere, abbiamo chiari i nostri obiettivi, abbiamo chiara la direzione che vogliamo prendere, questo ci fa sentire in armonia con gli altri e con il contesto perchè siamo in grado di affermare le nostre esigenze e di andare per la nostra strada”.
Lucia Bosi , formatrice e coach, ci spiega che “nelle aspettative siamo vittime delle situazioni perchè rimandiamo a qualcun altro la realizzazione di quello che ci aspettiamo. In realtà quello che possiamo fare in queste situazioni è diventare di nuovo responsabili di quella situazione e se vogliamo ottenerla dobbiamo iniziare a cambiare qualcosa.
Nel life coaching le persone ci rappresentano una situazione di stallo e li aiutiamo a definire gli obiettivi e lo aiutiamo a portarlo nella situazione desiderata. Dobbiamo allenarci a dire qual è il nostro bisogno, qual è la nostra necessità, se l’altro lo capisce ci si può collegare in una maniera più lineare e immediata possibile. Il percorso di coaching porta tanta consapevolezza in noi, ci aiuta a capire come funziona il nostro cervello”.