Luisa nel mese di marzo è risultata positiva al Covid, è stata ricoverata in terapia intensiva e ha deciso di condividere con Io le donne non le capisco la sua esperienza.
“Inizialmente avevo la febbre e il mio medico di base mi ha curato con gli antibiotici, ma una notte, mio figlio di 23 anni ha preso in mano la situazione e ha attivato il protocollo Covid. Quindi è venuta l’ambulanza e mi ha portato in ospedale. Da lì è cominciato il mio calvario, sono stata intubata e poi non ricordo più niente. I miei ricordi riaffiorano quando mi stavano estubando, ricordo la sensazione di voler parlare ma non ci riuscivo. La cosa strana di questa malattia è che ti distrugge anche psicologicamente ed emotivamente, sei costretta ad affrontare tutto da sola. Quando mi sono svegliata dal coma mi sono trovata davanti il personale sanitario. Di loro riesci a vedere solo gli occhi e questo non ti aiuta a dare un volto a chi ti sta curando. Ho avuto tanta paura, quando sono stata ricoverata avevo negli occhi le immagini dei camion militari che lasciavano Bergamo con le bare dei defunti e quando mi sono svegliata pensavo che stessi per morire. Ho iniziato a capire che ne potevo uscire quando mi hanno spostato di reparto e tolto tutte le flebo.
Ad oggi provo ancora quel senso di paura, non so se sono immune e nonostante abbia gli anticorpi, sto attentissima in ogni mio piccolo gesto. Sono diventata ossessiva, indosso sempre la mascherina e mi lavo spesso le mani. Il Covid mi ha lasciato una pericardite, che spero si risolverà, e sono risultata positiva al test Lupus Anticoagulante e dall’ultima tac ho delle fibrosi polmonari. Spero che il mio messaggio possa arrivare soprattutto a quelle persone che pensano che il Covid sia un grande bluff. Per questo vi dico di utilizzare sempre la mascherina, stare distanziati e lavarsi spesso le mani, solo collaborando tutti insieme possiamo sconfiggerlo”.
