“La bellezza non è una taglia 38 e l’intelligenza non è il 9 di media a scuola”.
Ci sentiamo giudicati e insicuri se non possediamo i canoni di bellezza diffusi? E quanto l’intelligenza emotiva influisce sulla vita di tutti i giorni rispetto a quella meramente scolastica?
È questo il tema su cui ci siamo interrogati questa settimana sulla nostra pagina Facebook di Io le donne non le capisco, ed è ciò di cui abbiamo discusso in studio insieme ai nostri ospiti Marina La Rosa, Paola Picilli e Giulio Violati. Inoltre ci hanno deliziato con la loro musica Giulio Todrani, in arte Alan Soul, cantante e papà di Giorgia, e Claudio Trippa, chitarrista di Rai2.
Quante volte ci siamo sentite dire ‘non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace’? Non c’è dubbio che un aspetto gradevole ben disponga un qualsiasi interlocutore ma non basta. È vero anche che tale affermazione non può essere valida per tutte le fasce d’età. La refrattarietà all’approccio estetico diminuisce esponenzialmente con l’aumentare dell’età e dell’esperienza umana. Resta comunque che nei primi 5 secondi che s’incontra una persona ciò che colpisce è l’involucro.
Inizialmente una persona di aspetto gradevole attrae, poi se non è supportata da una vera bellezza alla quale è impossibile sottrarsi, quella della nostra essenza. Il sentire ‘però è bella dentro’ definisce sempre una persona mediocre esteticamente, così come scolasticamente un risultato eccellente non ne determina le capacità intellettuali. Potremmo andare avanti con un’infinità di altri esempi per i quali piuttosto dovremmo abbandonare gli stereotipi di apprezzamento e valorizzare e rispettare individualmente tutti secondo le prerogative che differenziano.
Per essere comunque belli, di una bellezza autonoma, bisogna sempre essere sicuri di sé stessi, autonomi e lontani da tutti. Il successo, più che generale, deve essere un successo personale, una certezza che quel che si doveva fare non può essere fatto diversamente, si e’ cosi’ in pace con se stessi e belli di una bellezza autonoma che spesso va di pari passo con il concetto di leader.
Marina La Rosa ci rivela, scherzosamente, che “con la taglia 38 ha avuto molti problemi. Ai fini di una relazione ci sono però componenti che vanno oltre l’immagine. Le donne guardano altro, ad esempio io in un uomo guardo le mani, la bocca e la camminata. Da come cammina un uomo si capiscono tante cose. Io sono stata con diversi uomini brutti perché mi ha attratto altro”.