Home Le nostre rubricheIl diario di Sonia Serena Rossi: “Le parole hanno distrutto Mimì, spero di averle restituito un po’ di amore con Io sono Mia”

Serena Rossi: “Le parole hanno distrutto Mimì, spero di averle restituito un po’ di amore con Io sono Mia”

di Sonia D'Agostino

Pochi giorni fa è andato in onda su Rai1 il film Io sono Mia. Serena Rossi ha vestito i panni di Mia Martini in una interpretazione magistrale. Oggi l’attrice è stata ospite di Io le donne non le capisco per raccontarci le emozioni nel girare un film così emozionante. 

“Già al provino ero spaventata, ma l’ho preparato con tantissimo studio con una coach di canto e di recitazione. Mai avevo messo nel mio lavoro così tanto studio, mi ero sempre affidata al mio istinto, mi veniva abbastanza naturale ma in questo film avevo già capito che sarebbe stato diverso, quindi ho fatto il provino, eravamo solo in due e sono stata scelta, ma il progetto è rimasto nel cassetto per tantissimo tempo, 3-4 anni, nel frattempo sono diventata mamma e poi Luca Barbareschi, che è il produttore del film, mi ha detto che saremmo partiti. Quindi in questo caso forse per la prima volta il mio istinto è stato unito ad una grande preparazione e credo che questo abbia fatto la differenza” racconta Serena. 

“Quando il progetto ha iniziato a prendere vita ho visto ore di filmati, interviste, letto biografie, ho iniziato a notare ogni piccola sfumatura anche perché lei era una donna misteriosa, pensavo anche triste e malinconica ma invece ho scoperto che, grazie a parsone che le sono state vicine, era una donna molto solare, molto sorridente, amava stare con i suoi amici, amava cucinare, amava la musica”- continua l’attrice. “Mimì era di un garbo e di una delicatezza rara, valori che sono stati calpestati ingiustamente. E quindi avevo bisogno di tantissimo materiale e con la sceneggiatura alla mano e con il regista ci siamo detti che il film non doveva essere una imitazione ma una sorta di evocazione. Ho lavorato sullo sguardo, sulla postura e grazie al lavoro dei costumi e di trucco è stata fatta una grande ricerca. Loredana Bertè non è mai venuta in fase di preparazione del film ma l’ho conosciuta direttamente in conferenza stampa, a film finito. Lei ha partecipato alla sceneggiatura, ma sul set non l’ho mai incontrata. Ero terrorizzata perché Loredana è una persona schietta, diretta, quando è arrivata mi ha abbracciata e io sono scoppiata a piangere. La cosa più bella che mi ha detto Loredana è stata “si vede che le hai voluto bene”. Ho fatto fatica ad uscire dal personaggio, la sentivo vicino e anche salutarla a scene ultimate è stato dolorosissimo. Non volevo staccarmi da lei, ci ho messo tutto il mio cuore perché con questo film volevo farle un regalo, risarcirla in qualche modo, di darle un’altra possibilità. Questo film ci fa riflettere quanto le parole siano importanti e bisogne usarle con gentilezza, le parole l’hanno distrutta. Lei non era una battagliera, si è sempre difesa con grande dignità, rimanendo in silenzio e facendo parlare la musica, verso questo suo atteggiamento provo un grandissimo rispetto, penso che sia una prova d’amore per se stessi, nonostante le difficoltà. Cosa mi porto di Mimì? Questo forte senso di ingiustizia che lei ha vissuto mi ha fatto riflettere, anche la scelta proprio di non difendersi pubblicamente ma di farlo attraverso la propria arte, forse era quello che le riusciva meglio. Questo periodo di sofferenza che lei ha vissuto mi è rimasto attaccato addosso per tantissimo tempo, mi sono fatta carico di un pò del suo dolore”. 

Serena ha dato vita a il progetto solidale SpesaSospesa, “in questo periodo di reclusione, io e il mio compagno Davide abbiamo deciso di creare un progetto di solidarietà sul sito SpesaSospesa.org ha una duplice valenza: si può donare un cestino alle persone che in questo momento hanno necessità o non riescono a fare la spesa, ma allo stesso tempo vogliamo aiutare le piccole e medie aziende agroalimentari che non hanno avuto grande distribuzione e che hanno tanti prodotti invenduti. È un modo per poter ricominciare”.

 

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